Storie della buonanotte per bambine ribelli è un libro così profondamente onesto in tutto ciò che trasmette, così audace e coraggioso, così forte e potente che ogni bambina, ogni ragazza, ogni donna, dovrebbe leggere questa fantastica raccolta di brevi biografie di donne eccezionali che, ciascuna nel proprio campo, hanno realizzato meravigliose e sensazionali opere, scoperte, gesta, riflessioni…

 

È importante che le bambine capiscano gli ostacoli che le aspettano lungo il cammino. Ma è altrettanto importante che sappiano che questi ostacoli non sono insormontabili. Che non solo possono trovare il modo di superarli, ma possono anche rimuovere questi ostacoli per le bambine che verranno dopo di loro, proprio come hanno fatto queste grandi donne.

 

Ogni biografia racchiude in sé l’energia che occorre per poter guardarsi allo specchio e credere in se stesse.

Perché si sa, la storia è stata dura con le donne, non ha risparmiato colpi e sgambetti, c’è sempre stato un ostacolo in più frapposto tra una donna e il suo obiettivo. Il fenomeno è razionalmente inspiegabile, ma non per questo meno reale.

 

Ed è per questo motivo che un libro del genere, un libro per bambine ribelli, risulta essere così sovversivo nella sua essenza: esso trascende tutto ciò che è stato, dà un taglio netto alle logiche che hanno dominato la nostra storia, e di storie ne propone altre, diverse, potenti.

 

Le storie di donne che hanno saputo lottare, coraggiosamente, contro il mondo pur di sentirsi veramente realizzate, donne che hanno tirato fuori il meglio di loro stesse per poter vedere realizzati i propri sogni, donne che si sono ribellate a chi diceva loro che non sarebbero mai riuscite nel loro intento.

 

Ecco perché ogni bambina, ogni ragazza, ogni donna, dovrebbe leggere questo libro: per non dimenticare mai di credere in se stessa e nei suoi sogni.

 

 

Amelia amava volare e amava compiere imprese che nessun altro aveva mai compiuto prima. Ma la sfida che più di tutte desiderava vincere era questa: essere la prima donna a fare il giro del mondo in aeroplano. (Amelia Earhart – aviatrice)

 

C’era una ragazza che non poteva studiare quando faceva buio perché non aveva l’elettricità a casa. […] La sua invenzione è la prima torcia al mondo che non ha bisogno di batterie, e neppure del sole o del vento, perché è alimentata solo dal calore umano. Oggi Ann figura tra gli inventori più promettenti della nostra epoca. Il suo sogno è rendere disponibile la sua torcia gratuitamente a tutti coloro che non possono permettersi l’elettricità, ovunque siano. (Ann Makosinski – inventrice)

 

Una volta, in Russia, molti libri erano proibiti. Alcuni di questi libri erano stati scritti da autori che una bambina di nome Anna amava. I genitori di Anna si procuravano i suoi libri preferiti di nascosto, in modo che lei potesse leggerli a volontà. (Anna Politkovskaja – giornalista)

 

Quando compì sessant’anni, tornò a vivere nella sua casa sul ponte e decise che era giunto il momento di cominciare la sua carriera di poetessa. Cora aveva ancora bisogno di soldi, perciò si mise a sfornare dolci che vendeva davanti casa insieme alle sue poesie. (Cora Coralina – poetessa e pasticciera)

 

Una volta nacque un bambino di nome Coy. A Coy piacevano molto le gonne, il colore rosa e le scarpe con i brillantini. Voleva che i suoi genitori si rivolgessero a lui come a una bambina e non gli piacevano i vestiti da maschio, e loro gli permisero di indossare quello che voleva. (Coy Mathis – alunna di scuola elementare)

 

A quel tempo, l’idea che una donna potesse essere faraone era così strana che Hatshepsut dovette comportarsi come un uomo per convincere gli Egizi che era la loro legittima sovrana. Si dichiarò re e non regina e cancellò il suffisso femminile dal suo nome; indossava abiti da uomo e a volte perfino una barba. Hatshepsut regnò più a lungo e con migliori risultati di qualunque altro faraone della storia d’Egitto. (Hatshepsut – regina)

 

C’era una volta, nella campagna inglese, una bambina che amava i libri sopra ogni cosa. Si chiamava Jane, e non c’era nulla che le piacesse di più che starsene accoccolata sul divano della biblioteca di suo padre, con il naso immerso in un libro. (Jane Austen – scrittrice)

 

Michelle si impegnava molto. A volte, gli insegnanti le dicevano che non doveva puntare troppo in alto, perché i suoi voti non erano abbastanza buoni. Altri dicevano che non avrebbe mai ottenuto grandi risultati, perché “era solo una ragazzina nera del South Side di Chicago”. Ma Michelle scelse di ascoltare i suoi genitori. “Tutto è possibile” pensava. Così si laureò a Harvard e divenne un’avvocata in un grande studio. (Michelle Obama – avvocata e First Lady)

 

Virginia soffriva di una malattia chiamata depressione. Questi cambiamenti d’umore così estremi la accompagnarono per tutta la vita. Ma qualunque fosse il suo umore, Virginia scriveva sempre. Teneva un diario, scriveva poesie, romanzi, recensioni. Scrivere era il suo modo di capire con più chiarezza i suoi sentimenti e, così facendo, di gettare luce nei sentimenti di ognuno. (Virginia Woolf – scrittrice)

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