Mentre aspettava la fine fatale, Kengah maledisse gli umani. “Ma non tutti. Non devo essere ingiusta” stridette debolmente. Spesso, dall’alto, aveva visto come grandi petroliere approfittavano delle giornate di nebbia costiera per andare al largo a lavare le loro cisterne. Rovesciavano in mare migliaia di litri di una sostanza densa e pestilenziale che veniva trascinata via dalle onde. Ma a volte aveva visto anche delle piccole imbarcazioni che si avvicinavano alle petroliere e impedivano loro di svuotare le cisterne. Disgraziatamente quelle barche ornate dai colori dell’arcobaleno non sempre arrivavano in tempo per impedire l’avvelenamento dei mari.

 

Zorba è un bel gatto nero la cui unica preoccupazione, una volta che il suo padroncino è partito, è quella di coricarsi sotto il sole e oziare quanto più possibile fino all’ora del prossimo pranzo. Un giorno come gli altri, però, un fatto incredibile sconvolge la sua vita: una piccola gabbianella intrisa di una sostanza appiccicosa e amara plana proprio dove c’è lui e, con le ultime forze che l’abbandonano, chiede una promessa particolare al gatto: prendersi cura del suo uovo e insegnare a volare al suo piccolo.

 

Ma una promessa è una promessa, e così, al tepore dei raggi del sole, si addormentò con l’uovo bianco a macchioline azzurre ben stretto contro il suo ventre nero.

 

Il coraggioso Zorba chiede aiuto a tutti gli amici del quartiere, che sono subito pronti a collaborare in questa sua impresa: dopo aver dato una sepoltura solenne alla piccola gabbianella, consultano libri su libri per capire come prendersi cura del fragile uovo e successivamente, alla nascita del piccolo, per comprendere le leggi fondamentali del volo e adempiere così al giuramento di Zorba.

 

È bene che tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso.

 

La vita trascorre gioiosa, pur con qualche difficoltà la piccola gabbianella cresce sana e forte, i gatti diventano la sua famiglia adottiva; e l’insegnamento prezioso che Luis Sepúlveda ci regala è proprio il rispetto per le differenze, per chi non è esattamente come noi: ciò che è diverso è da rispettare, non da temere; ciò che è diverso è fonte di comprensione, non di pregiudizio; ciò che è diverso è ricchezza, non ostacolo.

 

Ma il loro piccolo cuore

– lo stesso degli equilibristi –

Per nulla sospira tanto

Come per quella pioggia sciocca

Che quasi sempre porta il vento,

Che quasi sempre porta il sole.

 

L’ultimo aiuto arriva proprio da un umano, un poeta capace di far sognare grazie alle sue parole, capace di comprendere l’altrui bisogno grazie alla sua estrema sensibilità.

 

“L’ho sentito leggere quello che scrive. Sono belle parole che rallegrano o rattristano, ma non mancano mai di provocare piacere e desiderio di continuare ad ascoltare.” “E cosa ti fa pensare che quell’umano conosca il volo?” “Forse non sa volare con ali d’uccello, ma ad ascoltarlo ho sempre pensato che voli con le parole.”

 

L’ultimo grande insegnamento è che un po’ di coraggio, tanta determinazione e forza di volontà accompagnati dal desiderio profondo di riuscire in qualcosa possono essere gli ingredienti per poter raggiungere qualsiasi obiettivo, per quanto essa ci possa sembrare inavvicinabile e impossibile.

 

Vola solo chi osa farlo.

 

 

 

“Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” è un racconto da leggere a qualsiasi età. È un libro che insegna la compassione, il rispetto nonostante le differenze, il valore dell’amicizia e la bontà di aiutare il prossimo.

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