Cammino nel freddo della notte d’autunno

pieno come Orfeo,

pensando il mio canto, ansioso di voltarmi,

la mia vita svanita un ornamento, una nuvola

alla deriva,

dietro di me,

leggera trascendenza di cenere

sepolta e risorta una volta, e poi ancora e ancora.

Il marciapiede si srotola come sonno profondo.

Sopra di me le stelle, stelle austere,

scoprono il volto.

Nessun cuore batte alla mie spalle,

nessun passo.

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