[recensione di Margherita Montagna]

 

La raccolta di poesie e prose Narratori distratti di Francesco Flavio parla della storia di un amore, della sua parabola discendente, con tutte le conseguenze che questo comporta; qui poesia e prosa si intrecciano, raccontando l’abbandono, il dolore e la rinascita di un amore.

 

Prima fase: l’abbandono

 

SPECCHIO IN ASCENSORE

Anche se hai già tappato buche

sulla strada che resta

mantieni le distanze

da improvvisi tumulti.

E mi vedo danzare allo specchio

 

 

Un tumulto improvviso da cui dover mantenere le distanze, un tumulto rappresentato della perdita dell’amore della donna che ama, che avviene in modo del tutto subitaneo e inaspettato, la fase dell’abbandono, quella più difficile e tormentata, dove il dolore è l’unico amico che ti concede la sua compagnia.

 

ILLUSA ETERNA STAGIONE

La valigia marrone, un po’ rovinata

ben si adegua ai tuoi incolti capelli

e resta adagiata a terra, in attesa

di un segnale forte, nascosto e timido

e se tingi col rosso

trovi carne e coraggio.

 

Il suo amore, la sua donna, se ne è andata, e tutta la poesia con lei.

Ferito e sofferente, l’amato abbandonato ricorre alla prosa  per descrivere i suoi sentimenti.

 

Avevo già sperimentato la solitudine con la poesia… ma mai direttamente sulla mia pelle.

Suona strano? Avevo immaginato il concetto, scritto testi, canzoni… ma non sempre per espressioni e impressioni vissute direttamente sulla mia pelle. A questo giro mi trovo spiazzato. Scrivo per me, scrivo per quello che ho perso, ma anche di ciò che la perdita mi ha lasciato. Dolore e Forza ha cantato Biagio nel 2014 … la forza che nasce dal dolore è molto potente e colma, per reazione naturale, il dolore, il vuoto, lo sgomento.

 

 

Seconda fase: la sofferenza:

 

 

L’UOMO SI SALVA DA SOLO

L’uomo si salva da solo

anche toccando con mano

lo strapiombo della tristezza

scavata per bene.

E non sarebbe male

gioire rimescolando

pezzi di pensiero indigesti.

Se fossi un colore

sarei l’azzurro…

Così chiaro da vedere il fondo,

così profondo da vedere l’infinito.

 

Il dolore del protagonista è vivido e quasi palpabile, tuttavia egli non cerca di sfuggire o evitare questi suoi sentimenti, desidera attraversare questa tristezza in tutta la sua profondità sino toccare il fondo, da dove potrà poi riemergere e lasciarsi alle spalle un passato che non gli appartiene più.

 

 

UN CERCHIO CHE SI CHIUDE

C’è un cerchio che si chiude, un altro si apre e non lascia spazio a dubbi o incertezze. “N’è valsa davvero la pena”, si diceva Cri nel viaggio di ritorno. L’hai mai guardata negli occhi una persona innamorata? Sì, innamorato, di quell’amore che ti spinge, quell’amore che ti fa spostare anche per centinaia di chilometri in un treno o in automobile, in preda dei caselli, degli autogrill e della notte.

“Meglio star male che il non sentire”. Un professore di filosofia, con borsa in cuoio marrone e “Critica della Ragion Pura” di Kant sotto al braccio lo aveva detto a Cri, percependo in lui il tormento.

 

 

Meglio soffrire atrocemente piuttosto che non vivere affatto.

Le forti emozioni, i sentimenti e i violenti stati emotivi sono sintomo di vita. E, alla fine, nonostante il dolore della perdita, si cerca di tornare alla quotidianità.

 

 

BIOS LOGOS

La situazione, lo sai

non è buona.

Le lasciano fuori

e noi qui dentro

a riparametrare sogni,

e noi qui dentro

a cercare nuovi segni.

 

Bios Logos…

Tanti discorsi

per ritornare alla vita,

così sacra da valer da sola

ogni prezzo o conquista,

così fragile

 

 

Terza fase: la rinascita

 

CRISTO NON SI È FERMATO A EBOLI

“Cristo si è fermato a Eboli”. Ero al Liceo, Carlo Levi dava il nome alla scuola e la lettura del libro citato era d’obbligo. Quello sguardo rivolto a una Lucania dimenticata, assediata dal brigantaggio. Cristo non si è fermato ad Eboli, è ripartito.

 

Ecco che inizia la rinascita: dopo un grande dolore si può e si deve trovare la forza di andare avanti, di ripartire, di trovare nuovi obiettivi e nuovi stimoli con la consapevolezza che, dopo aver elaborato il dolore, occorre aprire un nuovo capitolo. Il protagonista capisce che deve tornare a vivere, comunicare, intrecciare nuove relazioni ritrovare una nuova normalità, una nuova quotidianità e magari un nuovo amore.

 

 

STELLA DEL SUD

Capelli scuri

come petali d’argento

scorrono dolcemente sul tuo volto

intenso come la Luna,

Stella del Sud,

cometa del mare,

sorriso del

… (tra le mie braccia)

Sfiorando la mia pelle

accendi desideri, passione …

 

 

L’amore non dovrebbe riempire vuoti o privare, ma aggiungere quel più ad un quadro che manca del dettaglio d’autore, ad un piatto che manca dell’astuzia di un cuoco, ad un tramonto che manca della giusta percezione per essere vissuto nella sua reale e tangibile bellezza.

 

 

L’autore del libro descrive in maniera esaustiva tutte le tappe che un uomo, dopo aver conosciuto e perduto un amore, percorre: l’abbandono, il dolore e, soprattutto, la rinascita.

Facendo ricorso a citazioni colte, come Kant o Orwell, il narratore accompagna il lettore in un viaggio meraviglioso tra i sentimenti dell’animo umano, emozioni universali e sincere. La raccolta, scritta con uno stile giovane, fresco, leggero, mai superficiale, e con un linguaggio contemporaneo, vivo, vibrante, invita alla riflessione e all’introspezione.

E l’invito al lettore è quello di pensare all’amore in modo più ampio, non solo tra due esseri umani, ma anche ad un amore che abbracci tutto, la natura, gli animali, il mondo, la vita.

 

 

BIOGRAFIA DELL’AUTORE

Francesco Flavio, nato a Battipaglia il 12/10/1986, diplomato al liceo Artistico Carlo Levi di Eboli.
Consegue la Laurea triennale in scienze biologiche e la magistrale in biologia presso l’Università di Napoli Federico II; si specializza poi in sostegno didattico per la scuola secondaria di primo grado presso l’università di Verona.
Di professione insegnante, scrive dal 1998. Ha partecipato a diversi concorsi di poesie, ricevendo diversi riconoscimenti. Narratori Distratti è il terzo libro – dopo BIOS e QUOTIDIAN(ETA’) .

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