Prima di quel giorno pensavo che il silenzio fosse assenza di rumore. Invece il silenzio è un suono, e c’è silenzio e silenzio. In quella mezz’ora, il silenzio mi parlò: mi disse che Gio aveva bisogno di me, costante bisogno di me; e io capii che ormai, senza Gio, non ci volevo più stare a questo mondo. I suoi problemi erano i miei. E i miei problemi? A quelli ci avrei pensato da solo, senza disturbare; avrei trovato una soluzione.

Questo non è un libro per tutti, anche se lo consiglierei proprio a tutti. Non è un romanzo facile da digerire, né tanto meno uno di quei libri costruiti su una storia piacevole, leggera. Però è una storia, è una storia bellissima. È una storia d’amore, di quello speciale. Tutto nel libro effettivamente è speciale. E non è speciale nel senso che il protagonista di cui si parla è un giovane bambino affetto da sindrome down. È speciale in modo diverso: lo è perché viene dal cuore, e non molte storie vengono dal cuore così come questa. Viene così tanto dal cuore che fa venire i brividi e fa commuovere e ti fa riflettere e porre domande e, a volte, le risposte non le trovi, ma rimani comunque a leggere di questa storia magnifica che è la vita di Gio, il supereroe dello scrittore, il fratello col mantello stile Superman che riesce, grazie ai poteri speciali che possiede, a cambiargli completamente e magnificamente la vita.

Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi uno stupido. (Albert Einstein)

Giacomo è un bambino felice, con una famiglia felice; mamma, papà, due sorelle. Non manca niente, se non un due contro due, due maschi contro due femmine, perché altrimenti loro vincono sempre, coalizzate in un’eterna lotta di genere. Così, un bel giorno, in un parcheggio semideserto, arriva la notizia: finalmente Chiara e Alice non saranno più, teoricamente, la parte vincente!

Già lo immaginavo: mio fratello il ghepardo. Ci saremmo inseguiti per le scale, ci saremmo fatti gli agguati sui letti, avremmo lottato per la supremazia del bagno e, cosa più importante di tutte, avremmo stretto alleanze: io e lui alla conquista del lettore dvd, dei biscotti al cioccolato, del campo da basket. Io e lui. Alla conquista del mondo.

 

Eppure qualcosa non rientra nei piani: Giovanni, il futuro complice, avrà qualcosa in più rispetto a tutti gli altri, per l’esattezza un cromosoma in più. Nel mondo di Giacomo entrano a far parte parole come “sindrome” e “down”, ma anche “diverso”, “handicappato”, “morte”… La vita non è più semplice, i progetti non sempre riescono così come ce li eravamo immaginati, ma la grande lezione di Giacomo è che possono riuscirci anche meglio!

Nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono. È talmente più grande di noi, la vita. È complessa, ed è misteriosa… L’unica cosa che si può sempre scegliere è amare. Amare senza condizioni.

 

E così gli anni si susseguono, accompagnando Giacomo verso i vicoli più difficili e bui per un bambino: l’ingresso nell’adolescenza. Laddove prima tutte le domande potevano trovare una risposta più o meno comprensibile, ora invece quelle stesse domande vengono messe da parte, i dubbi prendono il sopravvento e Giovanni diventa un ostacolo: durante le scuole medie tutto, per dovere di cronaca, è un ostacolo, ma certe questioni diventano così pungenti da non poter essere sopportate nemmeno con un bel paio di guanti da giardinaggio.

L’ennesima cosa che non mi era concesso fare con mio fratello. E la Wii la lanciava. E le macchinine le metteva in bocca. E coi pupazzi era la stessa storia. E la lotta non la si poteva fare. E l’erba lo spaventava. Ma che diamine, pensai, tutti i supereroi fanno le capriole. Che supereroe è, allora? Cominciai a dubitare che lo fosse. Cominciai a pensare che a me, i suoi poteri speciali, non piacevano affatto.

 

Poi capita qualcosa, un incontro, una rivelazione, un’epifania, un concerto. Un concerto, sì. Un fratello tenuto nascosto al mondo fa breccia con la sua musica tutta particolare, coinvolgente, una sinfonia perfetta.

Giovanni era una danza. Giovanni è una danza. Il problema è sentire la sua musica. Come quella frase di Nietzsche che dice: quelli che ballavano erano visti come pazzi da chi non sentiva la musica. Ecco, a me, la sua musica, in quel periodo, non arrivava proprio.

 

Quindi sì, non è un romanzo da prendere alla leggera, anche se la scrittura scorrevole fa scivolare le pagine e, senza accorgertene, arrivi già all’ultima. Però è una storia toccante, che arriva dritta al cuore e poi vai giù allo stomaco, colpendolo con un pugno. E l’insegnamento più importante è che siamo noi quelli “strani” quando pensiamo che Giovanni (o chiunque egli rappresenti) sia diverso da noi perché down. Giovanni è diverso perché anche Giacomo lo è e perché anche ogni lettore del libro lo è, perchè chiunque è diversamente diverso dall’altro: tutti noi siamo abili o disabili in qualcosa, ed è questo che fa di noi delle persone uniche.

 

Gio era tutto, ma più di ogni altra cosa era libertà. Lui era libero in tutti i modi in cui avrei voluto essere libero io. Gio era tornato a essere il mio supereroe. E non avrebbe più smesso di stupirmi.

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