Matilde Serao è stata una giornalista e una scrittrice italiana, fondatrice del quotidiano “Il Mattino”.

Matilde Serao nasce nel 1856 in Grecia; poco dopo la famiglia si trasferisce in Italia, a Ventaroli, un piccolo villaggio vicino a Gaeta. L’infanzia trascorre in un ambiente sereno e fin da piccola viene a contatto con il mondo editoriale poiché il padre inizia a lavorare per il giornale “Il Pungolo”.

Nonostante il fervore culturale la circondasse, Matilde ha qualche difficoltà nell’imparare a leggere e a scrivere; all’età di quindici anni si iscrive alla Scuola Normale Eleonora Pimentel Fonseca e, pochi anni dopo, si diploma come maestra.

Pensa, o poetica amica, al felice connubio dell’arte con la natura, pensa alla celeste armonia fra l’uomo che crea ed il mondo da lui creato, pensa alla città che sarà bella e buona, tutta bianca e colorita dal sole, senza macchie, senza cenci: oh, allora, allora! O lontano avvenire, o giorno splendido che come quello di Faust meriteresti di essere fermato.

Per ovviare al disagio economico, trova lavoro ai Telegrafi di Stato, anche se inizia a scrivere i suoi primi articoli e, a soli 22 anni, scrive la sua prima novella, “Opale”. Ancora giovanissima, si trasferisce a Roma, dove inizia a frequentare i salotti locali; in questo periodo, utilizzando lo pseudonimo “Ciquita”, collabora con il Capitan Fracassa, componendo articoli di ogni genere.

Quelle damine eleganti non sanno che io le conosco da cima a fondo – scrisse la giovane Matilde – che le metterò nelle mie opere; esse non hanno coscienza del mio valore, della mia potenza…

La pubblicazione del libro che la fece conoscere al pubblico, “Fantasia”, fu seguita da aspre critiche sia per i contenuti che per la scrittura troppo variegata, in cui francesismi e parole dialettali si alternano ad un italiano immaturo.

Vi confesso che se per un caso imparassi a farlo, non lo farei. Io credo, con la vivacità di quel linguaggio incerto e di quello stile rotto, d’infondere nelle opere mie il calore, e il calore non solo vivifica i corpi ma li preserva da ogni corruzione del tempo.

Edoardo Scarfoglio, uno dei critici più severi, divenne punto di riferimento della Serao, e i due convoleranno a nozze poco tempo dopo, coronando il matrimonio con quattro figli. Nel frattempo, coniugando la vita familiare a quella di scrittrice, pubblica altre opere e, insieme al marito, fonda il “Corriere di Roma”. Purtroppo il giornale non ebbe grande successo, ma Matilde Serao trasse da quest’esperienza lo spunto per il suo “Vita e avventure di Riccardo Joanna”, definito da Croce il “romanzo del giornalismo”.

I problemi economici derivati dall’insuccesso furono superati solo grazie all’intervento del banchiere Matteo Schilizzi, il quale propose alla famiglia di trasferirsi a Napoli e di continuare a scrivere sul loro giornale finanziati proprio da lui. Da questa collaborazione nasce il “Corriere di Napoli”.

Un giorno, un’ora, un minuto prima della partenza, tutto il febbrile entusiasmo di chi parte si dilegua. L’egoistico ardore con cui si son fatti i preparativi del viaggio, la gaia fretta che par quasi quella del prigioniero cui sorrida, ineffabile, la libertà imminente, quel vivo sogno interiore che rende un po’ folli gli occhi di colui che deve andar via, tutto svanisce, lasciando al suo posto un dubbio freddo e sterile, una sottile e opprimente angoscia.

Poco tempo dopo, venduta la loro parte di quest’ultimo, decidono di ritentare con una nuova pubblicazione, “Il Mattino”. Gli anni che seguirono non furono semplici: Scarfoglio ebbe una relazione con un’altra donna, rimasta incinta e suicidatasi davanti la loro casa. Il fatto fu inizialmente taciuto, ma ben presto la notizia si diffuse, suscitando grande disdegno.

Le strade dei due si separano e la Serao viene definitivamente estromessa dal Mattino. Intanto continua a scrivere, ottenendo un discreto successo con la sua rubrica “Api, mosconi e vespe”. Nonostante le delusioni, lavorative e familiari, Matilde riesce a risollevarsi: incontra un nuovo amore, il giornalista Giuseppe Natale, e, prima donna in Italia, fonda il quotidiano “Il Giorno”, in contrapposizione con quello dell’ex marito, ottenendo un buon successo.

Matilde muore a causa di un infarto nel 1927, seduta alla sua scrivania.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata