LETTERE, di Alda Merini Leggere - Facile Marzo 11, 2017 Silvae et alia Rivedo le tue lettere d’amore illuminata adesso da un distacco, senza quasi rancore. L’illusione era forte a sostenerci, ci reggevamo entrambi negli abbracci, pregando che durassero gli intenti. Ci promettemmo il sempre degli amanti, certi nei nostri spiriti divini. E hai potuto lasciarmi, e hai potuto intuire un’altra luce che seguitasse dopo le mie spalle. Mi hai resuscitato dalle scarse origini con richiami di musica divina, mi hai resa divergenza di dolore, spazio, per la tua vita di ricerca per abitarmi il tempo di un errore. E mi hai lasciato solo le tue lettere, onde io le ribevessi nella tua assenza. Vorrei un figlio da te, che sia una spada lucente, come un grido di alta grazia, che sia pietra, che sia novello Adamo, lievito del mio sangue e che dissolva più dolcemente questa nostra sete. Ah se t’amo! Lo grido ad ogni vento gemmando fiori da ogni stanco ramo, e fiorita son tutta e di ogni velo vò scerpando il mio lutto perché genesi sei della mia carne. Ma il mio cuore trafitto dall’amore ha desiderio di mondarsi vivo, e perciò, dammi un figlio delicato! Un bellissimo vergine viticcio da allacciare al mio tronco. E tu, possente padre, tu olmo ricco di ogni forza antica, mieterai dolci ombre alle mie luci. ~~~~ Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.