[…] Tuttavia, poiché molte delle altre circostanze che decidevano del carattere delle antiche nazioni esistevano anche ad Atene, poiché una parte della popolazione era schiava e il territorio molto ristretto, vi troviamo vestigia della libertà ch’era propria agli antichi. Il popolo fa le leggi, esamina la condotta dei magistrati, intima a Pericle di render conto del suo operato, condanna a morte tutti i generali che erano stati al comando nella battaglia delle Arginuse.

Allo stesso tempo, l’ostracismo, arbitrio legale e lodato da tutti i legislatori dell’epoca, l’ostracismo, che a noi appare e deve apparire una rivoltante ingiustizia, prova che l’individuo ad Atene era ancora asservito alla supremazia del corpo sociale in misura molto maggiore di quanto non lo sia ai giorni nostri in nessuno Stato libero d’Europa.

Da quanto ho appena esposto risulta che noi non possiamo più godere della libertà degli antichi, che era fatta della partecipazione attiva e costante al potere collettivo. La libertà che ci è propria, deve esser fatta del godimento pacifico dell’indipendenza privata. La parte che, nell’antichità, ciascuno prendeva alla sovranità nazionale, non era affatto, come ai giorni nostri, un’astratta supposizione. La volontà di ciascuno aveva una reale influenza: l’esercizio di tale volontà era un piacere vivo e ripetuto.

Di conseguenza, gli antichi erano disposti a fare molti sacrifici per conservare i loro diritti politici e la parte che avevano nell’amministrazione dello stato. Ciascuno, sentendo con orgoglio tutto il valore del suo suffragio, trovava in tale coscienza della propria personale importanza un ampio risarcimento. Quel risarcimento per noi non esiste più. Perso nella moltitudine, l’individuo non avverte quasi mai l’influenza che esercita. Mai la sua volontà s’imprime sull’insieme; niente prova ai suoi propri occhi la sua cooperazione.

Ne segue che noi dobbiamo essere ben più attaccati degli antichi alla nostra indipendenza individuale; difatti gli antichi, quando sacrificavano tale indipendenza ai diritti politici, sacrificavano il meno per ottenere il più; mentre noi, a fare il medesimo sacrificio, daremmo il più per ottenere il meno.

Il fine degli antichi era la suddivisione del potere sociale fra tutti i cittadini di una stessa patria: era questo ciò che chiamavano libertà. Il fine dei moderni è la sicurezza nei godimenti privati; e chiamano libertà le garanzie accordate dalle istituzioni a questi godimenti.

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