E’ ufficiale: il Salone del Libro di Torino, la manifestazione di interesse internazionale che per molti anni ha visto la partecipazione di scrittori e addirittura di personaggi politici di spicco, viene bocciato a favore del nuovo festival letterario che verrà ospitato nella città di Milano.

I FATTI

La questione è stata a lungo dibattuta, la discussione accesa e serrata, e alla fine le scelte hanno generato scalpore, delusioni ed entusiasmi: trent’anni di Salone non sono riusciti a farsi valere, il nuovo progetto Made in Milan ha avuto il sopravvento, così ha deciso l’Aie (Associazione Italiana Editori).

Si è molto dibattuto e il consiglio mi ha invitato a continuare la collaborazione con la Fondazione del Libro. Diamo grande disponibilità verso Torino per una collaborazione fattiva, che superi questa assurda divisione, non voluta da noi, che ha portato a fare valutazioni prive di fondamento. (Federico Motta)

Una riunione di un’ora e mezza, numerosi gli interventi a favore dell’uno o dell’altro progetto.

Da una parte il MiBook, dall’altra il Salone.

32 presenti su 37, 8 astenuti, 7 votano per Torino, 17 per Milano.

Questi i risultati. Viene dunque annunciata la costituzione di una società in collaborazione con la Fiera di Rho con l’obiettivo di implementare il Progetto Promozione del Libro organizzando fiere ed eventi letterari su tutto il territorio.

L’Aie si augura di poter continuare con le istituzioni piemontesi e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura una collaborazione tesa all’individuazione e alla realizzazione di eventi per lo sviluppo della lettura.

LE POLEMICHE

La decisione però non è piaciuta: ben 11 editori indipendenti hanno infatti deciso di dimettersi con una lettera indirizzata al presidente, in cui si ribadisce l’estraneità della scelta intrapresa: “l’Aie è un’associazione che ha l’ambizione di rappresentare un’ampia parte del mercato editoriale italiano. Il sito istituzionale parla del 90%: forse facendo riferimento ai fatturati e non certo alla reale pluralità dei soggetti operanti nel settore.”

 “Gli editori avrebbero dovuto essere interpellati in modo più serio e documentato, con una riunione plenaria, mentre la maniera avventurosa e avventata con cui si è presa questa decisione fa pensare che si sia voluto approfittare di contingenze come il cambio di amministrazione a Torino e le vicende giudiziarie del Salone.” (Marco Cassini, fondatore, con Daniele Di Gennaro, di minimum fax e poi di Sur)

“Non abbiamo nessuna intenzione di dimetterci. Bisogna fare una battaglia dentro l’associazione. Schierarsi significa approfondire le spaccature, invece dobbiamo cercare di superare gli irrigidimenti. Dobbiamo ricostruire un tavolo per cui se si organizzano due iniziative, almeno gestiamole insieme.” (Giuseppe Laterza)

LA REPLICA

A lasciare perplessi gli editori è stata la loro esclusione dal dibattito: la decisione, a loro avviso, è stata presa senza una reale e approfondita consultazione dei soci. L’invito al presidente è quello di diventare un vero soggetto rappresentativo, prendendo in considerazione quelle che sono aspettative e opinioni condivise.

Dal canto suo Federico Motta, dopo aver ribadito più volte la presenza di due precedenti comunicazioni in merito, risponde alle proteste spiegando che esistono motivazioni dettagliate, ignote a tutti coloro che si sono espressi sfavorevolmente nei confronti del nuovo progetto. In ogni caso precisa che a settembre ci saranno alcuni momenti d’incontro pensati per affrontare apertamente la questione.

Con il progetto di Milano non si vuole far altro che replicare il modello di Più libri più liberi, che Aie organizza e sostiene da 15 anni proprio per valorizzare l’editoria indipendente, a cui partecipano editori soci e non soci, sentendosi a casa loro.

LA COLLABORAZIONE?

E nei fatti cosa succede? Sembra dunque che ci saranno due saloni nel mese di maggio, in aggiunta alle svariate iniziative che coinvolgono, oltre che Milano con il suo Book City, anche diverse città italiane.

La risposta da parte di Torino è stata immediata: il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha annunciato un nuovissimo progetto nazionale per il Salone torinese, alimentato da due poli, uno basato sul versante fieristico, l’altro su quello del festival.

L’Aie è un valore per questo Paese. (Federico Motta)

Se davvero l’Aie è fonte di arricchimento per la nostra Italia, allora perché non unire le forze e inaugurare una nuova e più radicata collaborazione per promuovere la cultura e il sistema editoriale?

“Non sono né contro Torino né contro Milano: è con la gestione che non sono d’accordo. Il rischio è di fare due saloncini invece che un salone. Un’operazione gestita malissimo da parte dell’Aie e dei grossi editori milanesi che hanno spinto per lo spostamento. Si potevano fare tutte e due le iniziative, in tempi e modi diversi.” (Raffaello Avanzini, editore di Newton Compton)

E su questo siamo tutti d’accordo: dovremmo infatti collaborare per moltiplicare e non contrapporre le già poche occasioni di contatto tra lettori (anche potenziali) e letteratura / cultura, senza dimenticarci che è questo il massimo obiettivo di un’associazione come l’Aie.

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