IL DIARIO DI BRIDGET JONES, di Helen Fielding. Leggere - Facile Novembre 8, 2015 Humour, Recensioni “Lì, allungata su una sdraio, c’era una donna, abbronzata, con due gambe lunghissime, bionda. Mi sono paralizzata, sentendomi come un budino chiuso in un vestito da damigella. La donna ha sollevato la testa e poi gli occhiali da sole, e mi ha guardata con una palpebra socchiusa. Ho sentito Daniel salire le scale dietro di me. – Amore – ha detto la donna, guardandolo da sopra la mia testa – avevi detto che era magra – .” Un forte impatto… per chiunque sia una donna! Cari uomini, per questa settimana astenetevi dal leggere la recensione, potreste rimanere leggermente delusi! Voglio infatti regalare un sorriso, magari una speranza, a tutte le ragazze, più o meno cresciute. Ma non fraintendetemi: con “speranza” non intendo certo dire in fatto di uomini! Anche perché, a volte, avere a che fare col genere maschile potrebbe anche non essere un fatto così ricco di speranza, quanto di disperazione! Scherzi a parte (forse), mi riferisco al fatto di avere una certa età (che siano enti, enta, anta…) e sentirsi sempre e comunque donne. Non femmine, quello è più semplice. Parlo dell’indipendenza, parlo della forza, parlo dei sorrisi tra le lacrime, delle risate, delle chiacchiere tra amiche, degli urli e delle arrabbiature, di tutto ciò che appartiene alla sfera femminile e al loro universo. Che poi… uomini? A che servono quando si ha tutto questo? Come ci tiene a sottolineare velatamente la mamma di Bridget: “Non posso credere che ti sia ridotta così per uno stupido uomo. Sono tutti degli egoisti belli e buoni, di nessuna utilità. […] Va’ al lavoro come una regina. Nessuno deve dubitare che te lo sei già buttato alle spalle e hai improvvisamente scoperto quanto sia meravigliosa la vita senza quel vecchio, pomposo e dissoluto puzzone che ti dà ordini tutto il giorno, e vedrai che starai benone!” La bellezza di questo romanzo è che la protagonista potrebbe essere una qualunque, donna comune che non si lascia abbattere dalle calorie e il fumo di troppo, con un gruppo di amici che la supporta in tutte le sue piccole disavventure amorose e lavorative. Cibo e alcolici a parte, si innamora dell’uomo sbagliato (vi ricorda qualcuno?), che puntualmente la tradisce con una dea bionda e perfettamente modellata. Che si vuole pure sposare. Un lavoro disastroso, una delusione dopo l’altra, una madre opprimente, un padre in crisi, un’amica femminista, un amico gay e un’altra amica perennemente in lotta col suo “perfido” uomo. “Una volta tanto credevo di aver trovato qualcosa che sapevo fare bene e adesso ho mandato tutto all’aria. […] Non sono brava in niente. Non sono brava con gli uomini. Non sono brava in società. Non sono brava sul lavoro. In niente.” Intere serate (o weekend) passate a guardare un apparecchio telefonico colpevole di non emettere quel piacevole suono, dolce più al cuore che all’udito, dopo che l’uomo dei sogni ha chiesto proprio il nostro numero! E quando non lo fa… Tragedia! Disgrazia! Dolore opprimente! E giù a chiedersi se siamo noi il problema, ripercorrendo tutto ciò che è stato detto o non detto, pensando a tutte le risposte intelligenti che avremmo potuto dare e che arrivano sempre dopo (ovviamente), elencando nella nostra mente pregi e difetti, cercando di spostare il peso della bilancia più verso gli uni o verso gli altri a seconda delle fasi, che oscillano tra il “tiriamoci su di morale, alla fine anch’io dovrò pur valere qualcosa” e il “faccio schifo, sono grassa, brutta e stupida, non ho speranze”. “Che cosa orribile. Ho sprecato due giorni a fissare il telefono come una psicopatica e a mangiare. Perché non ha chiamato? Che cosa c’è di sbagliato in me? […] Devo cercare di essere più equilibrata. Chiederò a Jude il titolo di un manuale per aiutare se stessi, possibilmente basato sulle religioni orientali.” Un cocktail ricco di sfiga (quando ci vuole, ci vuole!) senza troppe aspettative, se non quella di perdere almeno quei due maledettissimi chili di troppo. Ma non tutto è perduto (ecco la speranza). E non perché uno degli scapoli più affascinanti e in voga della città s’invaghisce di lei (donna “bizzarra, non comune, diversa da tutte le altre”, come dice questo principe azzurro). Il punto è che, per un colpo di fortuna o grazie a doti naturalissime, la nostra Bridget riesce a conquistarsi la sua buona reputazione intraprendendo una brillante carriera come giornalista televisiva. Insomma, ce la possiamo fare, il succo è questo. Esilarante, veritiero, scorrevole, brillante… questo romanzo sotto forma di diario si fa leggere in modo piacevole, scivolando in men che non si dica all’epilogo (ricco di buone prospettive). Vi ricordo che ne hanno tratto anche un film con la strepitosa e assolutamente perfetta Renée Zellweger, intitolato “Che pasticcio, Bridget Jones!”. E in fondo, sorrisi a parte, rimane comunque un bel romanzo che, all’occorrenza, tira su di morale chiunque stia attraversando uno di quei periodi più o meno grigi che tutti incontriamo. “In certi momenti della vita ogni cosa va storta e non sai più a che santo votarti, e ti sembra di avere tutto intorno delle porte d’acciaio inossidabile che si chiudono […] quello che devi fare è comportarti da eroina e non perdere il coraggio, evitare di abbandonarti al bere o all’autocommiserazione, e tutto finirà per il meglio. Anche i miti greci raccontano di essere umani che affrontano prove difficili, ma non per questo diventano piagnoni: anzi, tengono duro, così finiscono per emergere sopra tutti gli altri.” FRASI Perché fanno così? Perché? Forse i Felicemente Sposati si mescolano solo con gli altri Felicemente Sposati e non sono più in grado di confrontarsi con i single. Forse in realtà vogliono schiacciarci e farci sentire dei falliti. O forse sono talmente in fregola che pensano: “C’è tutto un mondo là fuori” e sperano, facendosi raccontare i dettagli, di procurarsi delle emozioni fittizie. Per quale ragione, quando lasciano il proprio compagno perché hanno una relazione con qualcun altro, le persone credono sia meglio negare la presenza di una terza persona? Credono che per il compagno sarà meno doloroso pensare che se ne sono andate unicamente perché non lo sopportavano più e poi, due settimane dopo, hanno avuto la fortuna di incontrare uno stangone alla Omar Sharif, mentre il compagno passa le serate a scoppiare in lacrime alla vista del bicchiere con gli spazzolini da denti? Fa pensare che, piuttosto di dire la verità, inventa come scusa una bugia, anche quando la verità è meglio della bugia. Come mai mia madre riesce a passare tanto facilmente da una relazione all’altra e io non riesco neppure a far decollare un semplicissimo rapporto? Forse la loro generazione è più brava a mandare avanti le relazioni? Forse non perdono tempo e fare i paranoici e i diffidenti. Forse non aver mai letto una guida pratica per aiutare se stessi aiuta. Posso confermare ufficialmente che al giorno d’oggi la via per arrivare al cuore di un uomo non è né la bellezza, né il cibo, né il sesso, né avere una personalità interessante, ma semplicemente essere capace di non apparire troppo interessata a lui. La cosa più importante è che non si deve mai andare a un ricevimento senza un obiettivo prestabilito, che può essere “stendere la propria rete”. […] Cercherò di capire dove ho sbagliato finora andando ai ricevimenti armata solo dell’obiettivo di non ubriacarmi troppo. Il miglior dono che una donna possa fare a un uomo è la tranquillità, quindi, adesso che abbiamo appena cominciato a uscire come si deve, non potevo di certo ammettere che appena ha voltato la schiena ho cominciato ad avere crisi isteriche per via di una gravidanza fantasma. Quando un uomo ti lascia, a parte sentirne la mancanza, a parte il fatto che tutto il piccolo mondo che vi eravate creati crolla e tutto quello che fai o vedi te lo ricorda, la cosa peggiore è la consapevolezza che lui ti ha messo alla prova e, alla fine, la persona che amavi ha messo sulla somma delle parti che ti compongono il terribile timbro “respinto”. Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.