Camminavo una notte in riva al mare di Brigantes, dove le case sembrano navi affondate, immerse nella nebbia…

E’ così che Stefano Benni ci introduce in questo mondo surreale, e ad un tratto ci ritroviamo a passeggiare insieme a lui lungo una banchina che fiancheggia il mare calmo.

La quiete, all’improvviso, viene interrotta da un uomo, che vola “a un palmo da terra”, alla ricerca di qualcosa.

A giudicare dall’abito elegante sembra che abbia un qualche appuntamento, forse ad una festa.

E in effetti, ad attendere il nostro protagonista, c’è una sorta di raduno.

Un ritrovo, una serata in compagnia di vecchi amici, di inverosimili racconti che fanno sorridere o riflettere, che lasciano sospesi in un’atmosfera quasi onirica, un bar dal quale non vorresti mai andartene.

Unico pegno? Partecipare a quel vortice di parole, condividere una parte della propria vita o un pezzo della fantasia creativa che ci rende capaci di andare al di là di qualsiasi limite.

24 sono i racconti, così come 24 sono i personaggi che riempiono il bar, ciascuno col suo colore unico e brillante.

Picaresche sono alcune di queste storielle, esilaranti altre, tenere e romantiche come quella di Nastassia, che narra il primo amore, forte e stroncante, così feroce che porta via l’animo di un giovane uomo, o come quella del Marziano innamorato, che viaggia anni luce per trovare il regalo perfetto per la sua perfetta innamorata marziana.

E poi alcuni nonsense, come Il verme disicio che, tra i numerosi insetti annidati tra le pagine dei libri e tra le regole della nostra grammatica, fastidiosamente trasporta una parola al posto dell’altra, confondendo il lettore e generando un miscuglio non ben definito di frasi e paragrafi.

Predomina invece un inquietante mistero in Oleron, il conte oscuro che provoca al contempo interesse e timore nel protagonista di questo racconto, il quale rievoca i tempi dell’adolescenza durante una notte tempestosa, quando ancora una volta si sente legato ad un destino che bussa alla porta per riprendersi ciò che gli spetta.

La conclusione lascia il lettore a bocca aperta, così come lo stesso protagonista che, dopo anni di dubbi, scopre finalmente la sinistra verità sul vecchio compagno di studi.

Esilaranti sono i tentativi di due anziani signori, narrati nella Traversata dei vecchietti, di passare da un capo all’altro della strada, provando a combattere il denso e aggressivo traffico automobilistico che, ostentando la sua prepotenza, continua a respingerli indietro.

Molti sono i bambini protagonisti di questi racconti: oltre ai due giovani ospiti che deliziano con le proprie storie i compagni della serata, abbiamo un’intera classe, la II C, e un’investigatrice alle primissime armi, Priscilla Mapple, caratterizzata da un ingegno acuto e fuori dal comune, capace di risolvere il difficile caso di un compagno morto, apparentemente suicida.

E poi ancora la tenerezza di Arturo e Maria, i quali provano a guarire il nonno della bambina con un rito magico, che sembra aver funzionato col nonno dell’amichetto, consistente in un bicchiere d’acqua minerale, una camicetta gialla, un tocco maldestro che rovesci il tutto… e il gioco è fatto!

Ad introdurre ogni breve racconto, alcuni brevissimi, addirittura di poche righe, troviamo una citazione tratta da grandi classici della letteratura, quali Flaubert, Gadda, Molière, Melville, Verlaine, Lewis Carroll, Thomas Eliot o Samuel Beckett.

E, per finire, Il racconto dell’ospite, anch’egli invitato ad intrattenere i nuovi compagni del bar con un racconto vero, verosimile, inverosimile, totalmente fuori dal normale (è il lettore a doverlo interpretare come meglio crede!). Ed è così che inizia anche l’ultima storia:

Camminavo una notte in riva al mare di Brigantes, dove le case sembrano navi affondate, immerse nella nebbia…

FRASI

  • Il conto lo paga chi mangia, ma un cattivo chef va licenziato. (Il più grande cuoco di Francia)
  • Esiste allora una diabolica Provvidenza che prepara l’infelicità nella culla, che getta premeditatamente esseri angelici ricchi di intelligenza in ambienti ostili, come martiri nel circo? Vi sono dunque delle anime sacre, votate all’altare, condannate a camminare verso la gloria e la morte, calpestando le proprie macerie? […] Una perfetta virtù sarà il loro tallone d’Achille, una qualità superiore il germe della loro dannazione. (Baudelaire)
  • Dormiva. Solo, come si è soltanto nei sogni, dove ciò che fai non cambia il mondo. (Arturo perplesso davanti alla casa abbandonata sul mare)
  • Ma gli innamorati, i veri innamorati inventano con gli occhi la loro verità. (Molière)
  • Il paese della nostra nostalgia è invece il normale, il decoroso, l’amabile, è la vita nella sua seducente banalità. (Thomas Mann)
  • Ogni ingiustizia ci offende, quando non ci procuri direttamente alcun profitto. (Luc De Vauvenargues)

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