Considerato il precursore dell’Umanesimo, Francesco Petrarca è uno dei capisaldi della nostra cultura, ponendosi al centro del panorama letterario italiano dal 300 ad oggi.

Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304, ma la sua infanzia è caratterizzata da continui spostamenti a causa dell’esilio paterno: una città dopo l’altra, arrivati perfino in Francia, il giovane Francesco comincia ad acquisire una vasta conoscenza del mondo e ad appassionarsi agli studi, ricevendo insegnamenti dai migliori maestri amici del padre. Indirizzato verso la giurisprudenza, Petrarca risulta essere insofferente nei confronti delle materie di diritto e si avvicina ai primi circoli letterari.

Petrarca può dedicarsi apertamente e totalmente alle sue passioni solo alla morte del padre, che peraltro comporta la ricerca del suo primo incarico: inizierà pertanto a lavorare per la famiglia dei Colonna, per conto dei quali effettuerà anche un significativo viaggio nel Nord dell’Europa e diventerà canonico. È in questi anni che, per la prima volta, incontra la donna che tanto segnerà la sua vita: Laura. L’incontro avviene nella Chiesa di Santa Chiara nel 1327, come egli stesso racconta.

Comincia a dedicarsi alle sue prime opere e al lavoro filologico, inaugurando quella che è la disciplina moderna basata sull’analisi delle varianti e sulla pratica della collatio; il suo amore per i classici porta alla stesura di due delle opere simbolo del rinascimento italiano: “Africa” e “De viris illustribus”.  Il poema “Africa”, tesa a raggiungere la grandezza dell’opera Virgiliana, racconta della seconda guerra punica, focalizzandosi in particolar modo sul grande condottiero romano Scipione l’Africano, simbolo di virtù e pietas.

La fama di Petrarca continua ad accrescere, fino a quando egli non verrà addirittura incoronato poeta. Gli anni successivi, però, risultano essere dolorosi e caratterizzati da una profonda crisi morale, per non parlare della terribile peste nera che si abbatte in quegli anni, falciando numerosi amici dello scrittore, e la stessa amata Laura. Nel 1350 Petrarca conosce quello che sarà una delle personalità che, per gli ultimi anni della sua vita, rimarrà al suo fianco in una continua corrispondenza epistolare, collaborando a numerosi progetti di respiro umanistico: Giovanni Boccaccio.

Negli ultimi anni di vita Petrarca, in sintonia con quello spirito cosmopolita di cui tanto parlò, trascorre il suo tempo tra una città e l’altra: dapprima soggiorna a Milano, presso l’arcivescovo Giovanni Visconti, poi a Venezia, infine a Padova, dove Francesco da Carrara gli diede in concessione una casa sui colli Euganei dove poter vivere in tranquillità. Qui Petrarca si dedica alla revisione delle sue opere e agli studi tanto amati. Muore ad Arquà nel 1374.

La sua opera più conosciuta è senza dubbio il “Canzoniere”, una raccolta di ben 366 sonetti, da lui ordinati, dedicati al suo amore per Laura: tra elegie amorose e liriche drammatiche, Petrarca ha lasciato a tutti noi una sorta di diario che ripercorre questa passione dolorosa che finirà tragicamente con la morte della donna.

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