DELFINI, di Banana Yoshimoto Leggere - Facile Giugno 12, 2016 Recensioni, Rosa UNA MELODIA AMOROSA CANTATA DAI DELFINI Anche questo romanzo di Banana Yoshimoto riesce ad evocare quell’atmosfera quasi onirica e astratta che tanto piace alle sue lettrici. La storia scorre naturalmente tra una riflessione e l’altra, che la protagonista Kimiko, scrittrice di romanzi rosa, condivide apertamente in una sorta di diario autobiografico: dal primo incontro con Goro, quel ragazzo così speciale, capace di attrarre l’affetto profondo di una donna più grande, fino alla gravidanza e alla nascita di una nuova creatura, che rovescerà la sua intera esistenza. “Tuttavia avevo un pensiero ricorrente. E cioè che gli essere umani desiderano essere trattati con affetto dai loro simili. Chiunque muore dalla voglia di venire ascoltato, osservato e amato dagli altri. E quando questo non succede si prova una grande tristezza.” Una vita trascorsa in solitudine, correndo da un luogo all’altro, per lavoro, o forse per scappare; scappare dalla tristezza per la perdita della figura materna, o probabilmente per allontanarsi da quei rapporti e da quelle relazioni che comportano sempre sofferenze e ripensamenti, confusione e abitudine. Solo la storia d’amore con Goro sarà in grado di spezzare queste convinzioni ormai radicate. “Forse era proprio quello l’atteggiamento giusto con cui affrontare la vita, senza sforzarsi inutilmente di correggerne le anomalie o di reagire secondo schemi prestabiliti.” L’amore e l’amicizia: quella di Mami rappresenta la salvezza. La salvezza per la sua vita e per la vita che porta in grembo. La salvezza da una casa lugubre, quasi infestata da creature morte lì molto tempo prima, uccise dalla mano dell’uomo, l’unico animale che sa infliggere violenza e crudeltà giusto per il gusto di farlo. “Illuminati dal sole, i capelli scompigliati delle ospiti sembravano dorati mentre le risa dei bambini echeggiavano nel parco. Il rumore era tale che paradossalmente sembrava regnare il silenzio. Tutt’intorno c’era una strana vitalità. Una vista tremendamente umana, tranquillizzante, ma nello stesso tempo asfissiante e cupa. Erano donne in difficoltà a causa del loro rapporto con gli uomini, di certo non donne finite. Erano donne che avevamo semplicemente accumulato stress dentro di sé per colpa dei loro uomini. Quella era la sensazione.” “Delfini” racconta di come le nostre convinzioni possano trasportarci verso una falsa e illusoria direzione, di come sia possibile ripercorrere i propri passi, magari in un tempio popolato di sole donne, dove il tempo si ferma quel tanto che basta per recuperare le forze e tamponarsi le ferite, dove un sorriso o un pianto hanno la stessa identica funzione liberatoria e salvifica. “Basta che il modo di vedere le cose cambi leggermente, perché le persone portino avanti la loro battaglia personale. Ed è così per tutta la vita. Certo, anche se si riesce a combattere discretamente, non è che si vinca niente di particolare, al massimo si riesce a conseguire una morte decente. Comunque sia, noi uomini continueremo a portare avanti le nostre battaglie in eterno. Questo era ciò che credevo.” Il percorso verso una nuova vita non è sempre semplice o senza complicazioni, questo è quello che comprende Kimiko quando, finalmente consapevole della bambina che in breve tempo potrà stringere tra le sue braccia, si rende conto che la vita di sempre non riesce più a colmare i suoi vuoti, che gli alberghi, le città sconosciute, le conferenze, gli eventi e le persone appena incontrate non riusciranno mai a racchiudere l’essenza della felicità. L’unico modo per riappropriarsi di questa sensazione è quella di stringersi nuovamente tra le braccia di Goro, e Kimiko riuscirà finalmente a comprendere che, per tornare a vivere serenamente, è quello di condividere con chi ci circonda le piccole gioie della quotidianità. “La vita è un sogno, per cui non è il caso di preoccuparsi. Noi abbracciamo la realtà di cui siamo riusciti a impossessarci per poi unirci in gruppo con i nostri simili. Che è la stessa identica cosa che dire che ognuno di noi abbraccia un sogno di diversa entità.” Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.