CAMBIAMENTI, tratto da “Le quaranta porte”, di Elif Shafak Leggere - Facile Agosto 20, 2018 Silvae et alia Butta un sasso nell’acqua corrente. Sarà difficile vederne l’effetto. Un’increspatura dove la pietra rompe la superficie, poi un tonfo, soffocato dal fluire del fiume all’intorno. Tutto qui. Butta un sasso in un lago. L’effetto sarà ben visibile e molto più duraturo. La pietra sconvolge le acque tranquille. Il cerchio che si forma dove ha colpito l’acqua subito si moltiplica, generandone un altro e un altro ancora. In breve, le increspature suscitate da un unico plop si espandono, fino a poterle osservare su tutta la superficie a specchio. Solo quando raggiungono la riva, i cerchi si fermano e muoiono. Per il fiume il sasso è solo l’ennesimo elemento di disturbo in un corso già tumultuoso. Niente di strano. Niente di ingestibile. Il lago, invece, non sarà mai più lo stesso. Per quarant’anni la vita di Ella Rubinstein era stata un fluire di acque tranquille: un prevedibile corso di abitudini, esigenze e preferenze. Per molti aspetti monotona e banale, ma non per questo noiosa. Negli ultimi vent’anni, ogni desiderio, ogni amicizia, ogni decisione erano passati per il filtro del suo matrimonio. Suo marito, David, un dentista di successo, lavorava sodo e aveva fatto un sacco di soldi. Lei sapeva da sempre che il loro non era un legame profondo, ma non è detto che un vincolo emotivo sia prioritario per una coppia sposata, pensava, soprattutto quando si sta insieme da così tanto tempo. In un matrimonio ci sono cose più importanti che la passione e l’amore; per esempio la comprensione, l’affetto, la compassione e soprattutto l’atto più divino che sia dato compiere a un essere umano, il perdono. Rispetto a tutto ciò l’amore è secondario. A meno, naturalmente, di non vivere in un romanzo o in un film, dove i protagonisti sono persone fuori dal comune, e il loro amore è assoluto e straordinario. […] Una casa grande e impegnativa, tre figli, mobili eleganti e nell’aria il profumo di una torta fatta in casa: per alcuni sarà un cliché, ma per loro era l’immagine di una vita ideale. Attorno a quella visione comune avevano costruito il loro matrimonio e realizzato gran parte dei loro sogni, se non tutti. Per San Valentino suo marito le aveva regalato un pendente di brillanti a forma di cuore accompagnato da un biglietto: “Alla mia adorata Ella, donna dai modi gentili, dal cuore generoso, dalla pazienza di una santa. Grazie di avermi accettato come sono. Grazie di essere mia moglie. Tuo, David.” Ella non lo aveva confessato a David, ma le era sembrato di leggere un necrologio. Ecco cosa scriveranno di me, quando morirò, aveva pensato. E se fossero stati sinceri, avrebbero potuto aggiungere: avendo costruito tutta la sua vita attorno a marito e figli, Ella era priva di qualsiasi strategia di sopravvivenza per cavarsela da sola nelle difficoltà. Non era tipo da gettare la prudenza alle ortiche. Persino cambiare marca di caffè era per lei uno sforzo sfiancante. Ecco perché nessuno, nemmeno lei stessa, era riuscito a spiegarsi cosa fosse successo quando, nell’autunno del 2008, dopo vent’anni di matrimonio, Ella aveva presentato richiesta di divorzio. Ma una ragione c’era: l’amore. Non vivevano nella stessa città. Nemmeno nello stesso continente. Non solo li separavano moltissimo chilometri, ma erano diversi come la notte e il giorno. Avevano stili di vita così differenti che sembrava impossibile che riuscissero a sopportarsi, figuriamoci innamorarsi. Invece era successo. E anche in fretta, così in fretta che Ella non aveva fatto in tempo ad accorgersene e a difendersi, ammesso che dall’amore ci si possa difendere. L’amore l’aveva colpita, improvviso e violento come un sasso scagliato da chissà dove nello stagno tranquillo della sua vita. ~~~~ Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.