Quante di noi hanno sognato leggendo i dolci romanzi scritti da questa autrice giapponese?

Banana è lo pseudonimo scelto da Mahoko (questo il suo vero nome), perché reputato un nome “carino e androgino”, durante il periodo del college, dove poi si specializzerà in arte e letteratura.

Nata a Tokyo nel 1964, inizia ben presto a dedicarsi alla scrittura: per mantenersi lavora come cameriera in un golf-club, mentre nel tempo libero e nei momenti di pausa si dedica alla stesura della sua prima opera, Kitchen, racchiudente tre romanzi brevi, un successo immediato che pone Banana al centro dell’attenzione letteraria del momento. Vengono addirittura girati due film che si ispirano al suo libro e Banana vince numerosi premi, tra i quali il premio Kaien per scrittori esordienti, il premio Izumi Kyoka e il premio del Ministro della pubblica istruzione per scrittori esordienti.

Se tutte le persone riuscissero a creare un contatto così profondo con le cose che succedono attorno a loro credo che il mondo forse… il mondo forse risplenderebbe di un’unica grande luce, di un bagliore irresistibile generato da tutte le stelle unite, di un fulgore visibile anche nel buio più pesto.”

Vedono la luce sul grande schermo anche altri testi, per esempio Tsugumi: questo però, a differenza del precedente, non riscontra unanimità nei pareri. La critica, infatti, si divide tra coloro che reputano le sue opere superficialmente commerciali e dettate dalle circostanze che possono coinvolgere il pubblico, e coloro che invece credono che Banana, con la sua semplicità, riesca a narrare i problemi giovanili dandone un quadro profondo e coinvolgente.

Di facile lettura, i suoi romanzi sembrano scorrere leggeri e senza troppi ostacoli, ma in realtà nascondono tematiche forti e spunti di riflessione su quelli che sono gli argomenti fondamentali che tutti noi incontriamo nel corso della nostra vita: morte, amore, amicizia, famiglia e affetti, il senso dell’esistenza.

Anche chi ama prima o poi dovrà morire. Però intanto è vivo.

La strada è sempre decisa, non però in senso fatalistico. Sono il nostro continuo respirare, gli sguardi, i giorni che si susseguono a deciderla naturalmente.

La separazione e la morte sono atroci. Però un amore che non sembri l’ultimo della vita, per una donna non è che un inutile passatempo.”

Banana ne è convinta: prima o poi, nonostante per ora i riconoscimenti non siano così estesi fra la critica, riuscirà a vincere l’agognato Premio Nobel per la letteratura.

“In ogni caso la felicità è sempre dietro l’angolo: la felicità arriva all’improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata […]. È imprevedibile come lo sono le onde e il tempo. I miracoli sono sempre in attesa, senza far distinzione per nessuno.” (da Ricordi di un vicolo cieco)

Poco sappiamo della sua vita privata proprio perché il suo carattere tende alla riservatezza più assoluta. Sin da giovane la sua è una vita abbastanza libera rispetto a quella che è la tradizionale cultura giapponese: ha infatti la possibilità di trasferirsi prima del matrimonio e di convivere col fidanzato. Sposatasi con un musicista, nel 2003 ha da lui un figlio.

Spesso il suo stile sciolto e disinvolto viene confuso con superficialità e leggerezza, ma ogni volta le riflessioni che nascono dalle sue opere tendono ad essere intrise di una vivace polemica e di acuti punti di vista.

Lei stessa identifica i suoi due temi principali nello “sfinimento della gioventù nel Giappone contemporaneo” e “il modo in cui le esperienze terribili influiscano nella vita di una persona“.

La solitudine è una condizione drammatica dei giovani, accentuata dall’inesperienza. Chi è giovane vive la solitudine come scacco e ne ha terrore. Per questo gli adolescenti cercano il branco, per superare la paura.”

Una delle passioni di Banana è rappresentata dall’Italia.

Lei stessa ha rilasciato numerose interviste in cui narra di questo suo amore per il nostro paese.

L’Italia è un paese in cui riesco ad essere me stessa e a diventare contemporaneamente una persona dalle mille facce. Paese che accogli tutto, che aiuti la bellezza degli esseri umani a fiorire, fantastica Italia...”

Tutte le sue opere sono state pubblicate dalla Feltrinelli.

La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive.”

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