Cara Patria mia,

in un momento così difficile quale quello che stiamo purtroppo vivendo, tante sono le sensazioni che
stiamo provando, tanti i pensieri che stanno affollando le nostre menti. Tante le preoccupazioni dei tuoi cittadini, onorati di esserlo, onorati di essere Italiani nel cuore e nell’anima.

In un momento di riflessione obbligata, noi stiamo facendo tutti quello che ci è stato consigliato di fare. Non ci siamo soffermati troppo sugli errori commessi e ci stiamo dando da fare imparando anche da quelli.
Chi rimane a casa, fortunato di poterlo fare, sta sostenendo chi a casa non può stare. Nei pensieri di tutti la priorità ce l’hanno le persone che, in prima linea, debbono aiutare e darsi da fare per gli altri: medici con la “M” maiuscola, farmacisti, infermieri, personale addetto alle pulizie, dipendenti dei servizi pubblici che devono comunque funzionare e che stanno aiutando a garantire la fruizione di beni di prima necessità.

Qualcuno ha detto che stiamo approfittando del coronavirus per fare una vacanza (erroneamente e
volgarmente, ahimè, chiamata siesta). Ma noi questa forse un giorno la chiameremo vacanza di bontà, grande occasione per fare del bene e per dimostrare maturità e intelligenza.

Patria mia, nella mia vita, quando essa mi ha messo a dura prova, ho sempre cercato di vedere il lato
positivo, a volte me ne sono inventato uno. Ora il lato positivo è che, in questa occasione, ci stiamo
sentendo più Italiani e più figli tuoi. Anche quando la zona rossa era circoscritta ad alcune regioni del nord, tutti abbiamo vissuto il dolore di quelli che non abbiamo considerato lombardi o veneti, ma Italiani. Nel nostro cuore sventolava già il tricolore che ora sventola su molti balconi, anche su quelli miseri e fatiscenti. E lo stiamo dimostrando al mondo intero che cosa significhi per noi essere Italiani. In una situazione di emergenza assoluta che ci ha colto di sorpresa, non abbiamo perso tempo e siamo venuti fuori noi, non certo quelli che hanno sempre descritto in maniera restrittiva solo come il popolo della pizza e degli spaghetti. Vero è che onore e lode vanno alla nostra pizza e ai nostri spaghetti perché in fondo queste due cose racchiudono quello che siamo noi: cuore grande, grande abilità, e cose che il mondo ci invidia e di cui andiamo fieri. Che ci venga invidiato tutto, cara Patria mia, lo dimostra il fatto che nei giorni in cui iniziava la nostra catastrofe, hanno colpito, con uno spot indegno, proprio la nostra cara pizza che nella sua semplice ricetta di basilico, mozzarella e pomodoro, racchiude un tripudio di colori meravigliosi, i colori della tua bandiera, cara Italia.

Ma non ti preoccupare Patria mia, non ti preoccupare perché tutti noi, che stiamo contando i morti e che di essi abbiamo profondo rispetto, stiamo facendo di tutto, dico di tutto, perché ce ne siano il meno possibile e, quando finirà questa brutta storia ed usciremo da un incubo inaspettato, noi queste vittime le onoreremo. Non è vero che le abbiamo solo considerate dei numeri anonimi e insignificanti. Noi queste persone le stiamo piangendo e sappiamo bene che dietro ad ogni cifra c’era un padre, una madre, un nonno, una nonna, una persona di gran valore, c’era un Italiano.

Questo siamo noi, persone di grande intelligenza e di grande cuore. Te lo dimostra il fatto che tanto ci sta mancando in questi giorni il non poter abbracciare, gesticolare, dare pacche sulle spalle, manifestare sentimenti in maniera plateale. Dietro anonime mascherine e sotto i guanti stiamo però facendo comunque passare i nostri sentimenti di solidarietà. In silenzio faremo tutto quello che c’è da fare, Patria mia, per salvarti, per salvarci, per dare al mondo l’immagine che tu meriti: quella di una grande nazione che, al suono di un inno meraviglioso, mostrerà un popolo unito sotto una bandiera. Sotto un tricolore che sventolerà sempre e comunque sfoderando sentimenti di amore e dignità.

Con profondo affetto,
un’Italiana

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