Stéphane Mallarmé è stato un poeta, scrittore e drammaturgo francese.

 

Il mondo è fatto per finire in un bel libro.

 

Mallarmé nasce a Parigi nel 1842; a soli 5 anni perde la madre e viene affidato alle cure dei nonni. Inizia a frequentare il collegio, ma non ottiene grandi risultati scolastici; ancora adolescente, compone i suoi primi versi, raccolti in “Tra quattro mura”; trasferitosi a Londra con una governante tedesca conosciuta a Sens, ottiene di poter insegnare inglese e, contestualmente, inizia a lavorare presso il liceo di Tournon.

 

È Poesia il sublime mezzo per il quale la parola conquista lo spazio a lei necessario.

 

Continua a comporre poemi e si dedicherà alla stesura de “Il pomeriggio di un fauno”, opera che però gli viene rifiutata. Prosegue la carriera dell’insegnamento, ma anche quella di scrittore, viaggia moltissimo e conosce le personalità intellettuali dell’epoca, come Arthur Rimbaud, Manet e Zola. Un’opera di svolta è il racconto filosofico “Igitur”.

 

Ogni anima è una melodia che si sforza di rinnovarsi.

 

Pubblica la rivista “La dernière mode” e nuovo rifiuto dell’opera “Il pomeriggio di un fauno”, che comunque viene pubblicata nel 1876 corredata delle illustrazioni di Manet. Ad accrescere la sua notorietà è un articolo dei poeti maledetti pubblicato da Paul Verlaine e dedicato a Mallarmé.

 

Mi figuro, per un inestirpabile pregiudizio di scrittore, che nulla resterà non detto.

 

Un’opera tra le più importanti, la prima ad essere scritta senza punteggiatura, è “M’introduire dans ton histoire”. Nel frattempo la salute va a peggiorare, tanto da consentirgli di ottenere una riduzione dell’orario di lavoro.

Attraverso le sue opere, Mallarmé ha dato una svolta al linguaggio poetico, utilizzando uno stile ermetico grazie al quale la parola racchiude significati e concetti profondi tutti da evocare. Ecco perché la sua scrittura tende ad essere più complessa, sia da leggere che da tradurre.

Ottenuta la pensione dall’insegnamento, partecipa ad alcune conferenze di carattere letterario a Cambridge e Oxford. Il giorno dopo aver chiesto a moglie e figlie di distruggere tutti i suoi lavori poiché “non esiste eredità letteraria…”, Mallarmé muore nel 1898.

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