Gaio Svetonio Tranquillo è stato uno scrittore romano vissuto in età imperiale, uno degli autori più importanti per quanto riguarda il genere biografico.

Svetonio nasce attorno il 70 d.C. probabilmente a Ostia; la sua famiglia apparteneva presumibilmente al ceto equestre (lo scrittore stesso ci dice che il padre combatté nella prima battaglia di Bedriaco).

Svetonio si dedicò agli studi tipici della classe patrizia: grammatica, retorica, letteratura e, soprattutto, giurisprudenza; diventò così avvocato di Plinio il Giovane e grazie a quest’ultimo riuscì a diventare segretario dell’imperatore Adriano, per il quale curava corrispondenza e archivi.

La sua opera fondamentale è intitolata “De viris illustribus”, ovvero “Gli uomini illustri”, ed è una raccolta di biografie che dipingono alcune fra le personalità più importanti nel campo culturale. Il testo è suddiviso in cinque sezioni: poeti, retori e grammatici, oratori, filosofi e storici. Purtroppo di quest’opera è rimasto ben poco (solo parte della sezione dedicata ai retori e grammatici dove, dopo un’introduzione storica sullo sviluppo di questa tipologia di studi a Roma, vengono introdotti i vari studiosi e sono descritte le novità da essi portate).

L’altra opera che ci rimane di Svetonio è intitolata “De vita Caesarum”: essa raccoglie 12 vite di imperatori romani (Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Galba, Otone, Vitellio, Vespasiano, Tito e Domiziano). Dopo un’introduzione comprendente nascita e origini familiari, veniva analizzata l’intera vita, fino ad arrivare alla carriera politica e agli atti di governo più importanti, con un’attenzione sempre viva verso i particolari aneddotici e curiosi.

 

Giacché se il diritto si deve violare, violarlo si deve per la conquista del regno; in tutto il resto osserva la pietà.

 

È grazie al suo ruolo a stretto contatto con i documenti imperiale che Svetonio riesce a procurarsi il materiale per comporre quest’opera grandiosa.

Nonostante la sua carriera fosse molto proficua, nel 122 venne allontanato dalle fila dell’imperatore per cause ignote, probabilmente a causa di un cambio di tutti i funzionari più vicini al sovrano.

Ci sono pervenute anche alcune opere minori di Svetonio, come ad esempio “Sugli insulti”, “Vite di famose cortigiane” e “Sui giochi in Grecia”. Ne abbiamo però solo frammenti che non ci permettono di attestarne l’autentica paternità dello scrittore.

 

 

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Così come la data di nascita, anche quella di morte è incerta: probabilmente Svetonio morì attorno al 140 d.C.

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