La tempesta poggia la sua bocca alla casa

e soffia per emettere un suono.

Dormo inquieto, mi giro, leggo

il testo della tempesta assopita.

Ma gli occhi del bambino sono spalancati al buio

e il temporale mugola per lui.

Entrambi amano le lampade che dondolano.

Entrambi sono a metà strada dal linguaggio.

La tempesta ha mani infantili e ali.

La carovana si lancia verso la Lapponia.

E la casa avverte la sua costellazione di chiodi

che tiene insieme le pareti.

La notte è immobile sul nostro pavimento

(dove tutti i passi attutiti

riposano come foglie affondate in uno stagno)

ma fuori infuria la notte!

Sul mondo passa una piú grave tempesta.

Poggia la sua bocca alla nostra anima

e soffia per emettere un suono – temiamo

che la tempesta soffiando ci svuoti.

~~~~

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata