Onestà, posto che sia questa la nostra virtù della quale non possiamo liberarci, noi spiriti liberi: ora intendiamo attendere a essa con ogni cattiveria e amore e non stancarci di perfezionarci nella nostra virtù, la sola che ci resta; possa il suo splendore fermarsi un giorno come una luce serotina dorata, azzurra, ironica su questa cultura senescente e sulla sua cupa e tetra serietà!

E se anche la nostra onestà un giorno si stancherà e sospirerà e stirerà le sue membra e ci troverà troppo duri e vorrebbe avere una vita migliore, più facile, più tenera, pari a un gradevole vizio: restiamo duri, noi ultimi stoici!

E mandiamole in aiuto ciò che di diabolico abbiamo in noi: il nostro schifo per ciò che è goffo e approssimativo, il nostro nitimur in vetitum, la nostra voglia di avventura, la nostra curiosità spiritosa e viziata, la nostra più fine, dissimulata e spirituale volontà di potere e di superamento del mondo, che vaga e vaneggia bramosa attorno a tutti i regni del futuro; andiamo in aiuto del nostro Dio assieme a tutti i nostri demoni!

È probabile che a causa di ciò si venga misconosciuti e scambiati per altri: che importa! Si dirà: “la loro onestà è il loro demone e null’altro!” Che importa! E se pure avessero ragione! Non erano demoni ribattezzati tutti gli dei divenuti santi sin qui? E in definitiva che cosa sappiamo di noi? E comunque voglia chiamarsi lo spirito che ci guida? E quanti spiriti nascondiamo?

La nostra onestà, noi spiriti liberi, facciamo in modo che non diventi la nostra vanità, il nostro ornamento e fasto, il nostro limite, la nostra stupidità! Ogni virtù tende alla stupidità, ogni stupidità verso la virtù. “Stupido sino alla santità” si dice in Russia. Facciamo in modo di non diventare, alla fine, santi e noiosi per onestà!

La vita non è forse cento volte troppo breve per potercisi annoiare?

 

~~~~

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata