40 CONSIGLI DI SCRITTURA DI UMBERTO ECO (prima parte) Leggere - Facile Settembre 28, 2016 Consigli, Scrivere... 1 Commenta Scrittore e linguista, studioso di semiotica e filosogo, oltre 40 lauree honoris causa, una carriera d’insegnamento alle spalle ed un amore immenso per i libri… Umberto Eco è sicuramente una delle figure più influenti della letteratura contemporanea e, come alcuni suoi colleghi, ha deciso di regalare degli ottimi consigli agli aspiranti scrittori. Vediamoli! Per scrivere bene in Italiano… 1- Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi. Come dire “trentatré Trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando…”. Le allitterazioni possono affascinare alcuni lettori, ma Eco ci mette in guardia sul loro utilizzo spregiudicato. 2 -Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia. La creatività è fondamentale quando si intraprende la professione di scrittore, ma senza esagerare per non cadere in controsensi e frasi illogicamente costruite! 3 – Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato. Prima l’evento causante, solo dopo ciò che ha causato! Semplici regole di logica e buonsenso per non confondere il lettore e portarlo all’abbandono della vostra lettura. 4 – Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che. Concetti chiari, senza troppi giri di parole, ma conclusi. Il “sospeso” non piace a nessuno. 5 – Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio. Come sopra: lo scrittore deve essere il più diretto, chiaro e semplice possibile; il lettore non deve annoiarsi né tanto meno deve faticare quando vi legge. 6 – Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso. Rendi fluida e compatta e la narrazione, non continuare ad interromperla: può esserci il lettore disattento che non incolperà la sua mente, ma la tua scrittura frammentaria. 7 – Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi! Usa parsimonia con i punti esclamativi: una frase non deve per forza esprimere un’enfasi grandiosa! 8 – Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia. L’italiano ha due tipologie di accento: acuto e grave; per qualsiasi dubbio, consultate un buon dizionario o il fedelissimo google, magari utilizzando la pagina di Treccani, potreste scoprire cose alquanto interessanti in merito di accenti… 9 – I paragoni sono come le frasi fatte. Un’ammonizione contro tutto ciò che è scontato. Se dovete ricorrere ad una frase che i vostri lettori hanno letto in tutte le salse… piuttosto non usatela! 10 – Usa meno virgolette possibili: non è “fine”. Un altro consiglio per evitare indigestione di punteggiature inutile. 11 – Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile. Servono spiegazioni? In caso di risposta affermativa… ripasso su un buon libro di grammatica! 12 – Non fare frasi di una sola parola. Eliminale. Una frase è fatta di soggetto (non sempre), verbo, complemento oggetto e complementi vari; una frase di una sola parola, secondo Eco, va tendenzialmente eliminata, ma a mio avviso dipende dallo stile della narrazione e dello scrittore. 13 – Sii sempre più o meno specifico. Non generalizzare, non dare per scontato che i lettori siano nella tua mente e vedano gli stessi dettagli che ti sembrano palesemente ovvi. 14 – C’è davvero bisogno di domande retoriche? Non dovrei dare una risposta, ma probabilmente anche questo dipende dalla tipologia di narrazione che state portando avanti. 15 – Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso. A meno che tu non stia scrivendo un’opera in dialetto, ovviamente. 16 – Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione. Sei uno scrittore, no? Ad eccezione dei libri scritti a quattro mani… 17 – Metti, le virgole, al posto giusto. Un altro consiglio che, immagino, non necessita di spiegazioni. Un lettore, quando legge un nuovo libro, la prima cosa che nota è la forma in cui è stato scritto: la punteggiatura saltellante e casuale non è vista di buon occhio, anzi è un grande deterrente all’abbandono del libro. 18 – Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri. Se dovete utilizzare termini stranieri… almeno fatelo come si deve! 19 – Esprimiti siccome ti nutri. Ricordate: semplicità non è sinonimo di sciattezza. 20 – Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni. La preterizione è una figura retorica secondo la quale uno scrittore parla di qualcosa di cui ha appena detto di non voler parlare. Volete sottolineare un concetto? Trovate un modo più interessante per farlo! [leggi la seconda parte settimana prossima] 1 risposta 40 CONSIGLI DI SCRITTURA DI UMBERTO ECO (seconda parte) | Leggere-facile Ottobre 5, 2016 […] 40 CONSIGLI DI SCRITTURA DI UMBERTO ECO (prima parte) […] Rispondi Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.
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