5 CONSIGLI DI SCRITTURA DI PATRICIA HIGHSMITH Leggere - Facile Maggio 17, 2017 Consigli, Scrivere... Patricia Highsmith, una delle scrittrici di gialli più amate negli Stati Uniti, ha regalato a milioni di lettori delle trame ricche di suspense oltre che personaggi dettagliatamente descritti nelle loro sfaccettature psicologiche più profonde; dai suoi libri sono stati tratti numerosi film, come ad esempio il famosissimo “Il talento di Mr. Ripley”. Patricia Highsmith ha pubblicato un saggio intitolato “Come si scrive un giallo”, costruito sulle tecniche che lei stessa utilizza per scrivere i suoi affascinanti romanzi. 1 – FAI UNA SCALETTA E NON DIVAGARE Io ritengo eccellente, per uno scrittore al debutto, fare una scaletta capitolo per capitolo – anche se gli appunti saranno brevi – perché i giovani scrittori tendono molto a divagare. Il punto iniziale per la scaletta di un capitolo dovrebbe essere chiedersi: “In che modo questo capitolo farà avanzare la storia?”. Se avete in mente per quel capitolo un’idea vaga, atmosferica, da prosa aulica, state bene in guardia: potrebbe essere saggio scartarla, se non si riesce a farla arrivare al sodo in un punto o due. Se però vi pare che l’idea che avete per un capitolo farà avanzare la storia, dovreste elencare i punti essenziali da trattare in quello stesso capitolo. A volte ce n’è uno solo: un personaggio diventa cieco e vuole nasconderlo, o è stata rubata una lettera importante. A volte ce ne sono tre. Elencarli su un pezzo di carta, a fianco della macchina da scrivere, farà sì che non ne trascuriate nessuno. Dunque, cari scrittori, mettete giù una scaletta, come quella che si faceva per i temi a scuola, mettete giù i punti principali di ogni capitolo, riflettete su di essi e sul ritmo che daranno alla vostra storia: se la portano avanti, sviluppate quei punti; se non lo fanno… cercatene altri! 2 – LASCIATI GUIDARE DALLA STORIA I miei metodi di scrittura potrebbero fare impazzire una persona più logica. Ma capita spesso – anche a scrittori che hanno visto i loro libri chiaramente dall’inizio alla fine prima di cominciare – che a tre quarti della strada il libro cambi. Può dipendere dal fatto che un personaggio non si comporta secondo le vostre previsioni, scoperta questa che può essere buona o cattiva. Non condivido l’idea che sia sempre un bene avere un personaggio vitale, che agisce per conto suo. Dopo tutto, siete voi il padrone, e non volete che i vostri personaggi, per energici che siano, se ne vadano in giro da soli, oppure se ne stiano immobili. Nel corso d’opera, potrebbe capitare che qualcosa cambi, che un imprevisto sconvolga le previsioni iniziali; non sempre è un bene, ma non sempre è sbagliato seguire la storia nel suo evolversi. Non rimanete ancorati alla prima idea, seguite gli eventi senza imbrigliarli troppo. 3 – RIFLETTETE SU DI VOI Il temperamento e il carattere dello scrittore si riflettono nel metodo che usa nel tramare: logico, illogico, pedestre, ispirato, imitativo, originale. Uno scrittore che imiti le mode del momento e sia logico e pedestre può garantirsi una buona sussistenza, perché queste imitazioni si vendono e non chiedono troppo, in senso emotivo. Di conseguenza la produzione di uno scrittore può essere due o dieci volte maggiore di quella di un autore originale, che non solo mette nella sua scrittura il sudore della fronte e del cuore, ma corre anche il rischio di vedersi rifiutare. Prima di cominciare a scrivere, vi conviene valutarvi. Siccome potete farlo da soli e in silenzio, non c’è bisogno di falso orgoglio. Faccio qui questo commento perché riguarda il tramare. Cari scrittori, Patricia Highsmith invita voi tutti ad una autoanalisi; due sono le scelte possibili: scrivere per vendere o scrivere per scrivere. Quale tipo di autore siete? Non si sottintende che uno sia meglio dell’altro, ma le ragioni devono essere ben chiare (almeno a voi stessi) prima di iniziare a lavorare. 4 – STUPITE I LETTORI Un personaggio recalcitrante può far cambiare rotta alla trama in una direzione migliore di quella a cui voi avevate pensato in partenza. Nessun libro, e forse nessun quadro, una volta terminato, è mai esattamente uguale alla prima immagine che ne avete avuto. Sorprendere e stupire il lettore, e basta, è un trucco di bassa lega, soprattutto se avviene a spese della logica. Una mancanza di invenzione non può essere coperta con un fatto sensazionale e un abile prosa. Anche ricorrere all’ovvio è una specie di pigrizia, che non diverte, in realtà. L’ideale è una svolta inattesa degli avvenimenti, ragionevolmente coerente al carattere dei protagonisti. Forzate al massimo la crudeltà del lettore – il suo senso della logica è molto, molto elastico – ma non spezzatela. Scriverete così qualcosa di nuovo, di sorprendente e di divertente sia per voi che per il lettore. Non fatelo con fatti stravolgenti che, in modo non plausibile, sconvolgono il corso degli eventi: il lettore se ne accorge e cambia lettura. Tutto questo deve avvenire, sì, ma in modo naturale, senza forzature che vi illudano di aver fatto un buon lavoro. 5 – SEGUI IL RITMO DELLA STORIA La decisione sul ritmo è parte del tramare e dell’effetto che si intende raggiungere. Non si deve tentare un ritmo velocissimo o lentissimo se, a scriverlo, ci si sente sforzati e innaturali. Alcuni libri sono scattanti fin dall’inizio, alcuni sono lenti fino alla fine, smorzano, analizzano ed elaborano i fatti. Alcuni cominciano lentamente, prendono velocità e alla fine corrono a perdifiato. Riuscite a immaginare a una storia di suspense scritta da Proust? Io sì. La prosa sarebbe rilassata e complessa, l’azione magari no, e le motivazioni sarebbero analizzate a fondo. È impossibile cercare di regolamentare queste cose. Uno scrittore dovrebbe sistemare gli avvenimenti della sua storia nella successione più divertente e piacevole, e il giusto ritmo della prosa, lento, veloce o medio, verrà probabilmente da sé. Anche per il ritmo troviamo lo stesso consiglio: non inseguire una velocità che non appartiene alla storia, muoviti a seconda degli eventi in essa narrati, non correre né rallentare, se non è la storia a chiedertelo. Scrivi seguendo l’istinto, il ritmo giusto arriva senza che tu te ne accorga. 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