10 CITAZIONI TRATTE DA “STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI” DI MARKUS ZUSAK Leggere - Facile Ottobre 11, 2017 ...e leggere Leggiamo oggi una serie di citazioni che ho raccolto dal libro “Storia di una ladra di libri”, di Markus Zusak. 1) Si domandò quando esattamente i libri e le parole avessero incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Forse accadde quando vide per la prima volta la stanza con gli scaffali ricolmi di libri? Oppure quando arrivò nella Himmelstrasse Max Vandenburg, portando con sé infinite sofferenze e il Mein Kampf di Hitler? Fu quando dovette leggere nei rifugi antiaerei? O fu l’ultima marcia verso Dachau? Fu La scuotitrice di parole? Forse non ci sarebbe mai stata una risposta precisa a quella domanda. 2) Lo disse forte, mentre le parole si spandevano in una stanza colma d’aria fredda e di libri. Libri ovunque! Ogni parete era coperta di scaffalature sovraccariche, e tuttavia intatte: quasi impossibile scorgere la tappezzeria. C’era ogni sorta di stili e di forme di scritte sui dorsi di libri neri, rossi, grigi, di tutti i colori. Era una delle cose più belle che Liesel Meminger avesse mai visto. 3) Mentre s’insediava l’estate, la stanza piena di libri si fece più tiepida, e ogni giorno di consegna o ritiro il pavimento era meno scomodo. Liesel sedeva con accanto una piccola pila di libri, leggendo pochi paragrafi di ognuno e sforzandosi di mandare a memoria le parole che non conosceva, per chiederle a Papà una volta a casa. Più tardi, ormai adolescente, quando Liesel scrisse di quei libri, non ne ricordava più i titoli. 4) “Nell’angolo blu abbiamo il campione del mondo, il capolavoro della razza ariana… il Führer. E nell’angolo rosso abbiamo l’ebreo, lo sfidante dal muso di topo… Max Vandenburg.” Il ring era perfetto. Tappeto intatto, corde robuste. Persino le fibre di ogni spessa fune erano impeccabili, lustre nella tagliente luce bianca. La sala puzzava di sigaretta e birra. Adolf Hitler era nell’angolo opposto, con i suoi secondi. Le gambe gli spuntavano da un accappatoio rosso e bianco, con una svastica nera impressa sul dorso. Aveva i baffi come saldati sulla faccia. Il suo allenatore, Goebbels, gli sussurrava qualche parola. Hitler saltellava da un piede all’altro, sorridendo. “Imbattuto!” strillò l’annunciatore. “Vittorioso su molti giudei e sulle molte altre minacce all’ideale tedesco! Herr Führer, noi ti salutiamo!” E la folla proruppe in grida di entusiasmo. 5) Per me il risultato furono più o meno cinquecento persone; altre 50.000 vagabondavano senza tetto intorno a spettrali cumuli di macerie tentando di capirci qualcosa, e a chi appartenessero le rovine delle case distrutte. Cinquecento. Le portavo tra le dita come valige, oppure me le gettavo sulle spalle; solo i bambini li reggevo fra le braccia. 6) Quando fu il momento di scrivere, ricordo bene che cosa ebbe da dire su quell’estate Liesel Meminger. Nel corso dei decenni tante parole si erano scolorite, la carta si era rovinata per l’attrito del movimento nella mia tasca, ma molte frasi erano indimenticabili. 7) Meritava di meglio, quella gente? Quanti di loro avevano attivamente perseguitato altri, fanatizzati da Hitler, ripetendo le frasi, i paragrafi, l’opera? Rosa Hubermann era colpevole? Lei che nascondeva un ebreo? O Hans? Meritavano tutti di morire? E i bambini? [..] I tedeschi le sotterraneo erano disperati, certo, ma quella stanza non era un locale docce di un campo. Non erano stati mandati lì a fare la doccia di gas. Per loro, c’era ancora una possibilità di vivere. 8) La finestra. Mani sul davanzale, gambe divaricate. Piedi che atterrano sul pavimento. Libri e pagine e un luogo felice. 9) Non rendetemi felice. Non riempitemi, per favore, non lasciate che mi persuada che qualcosa di buono possa venire fuori da tutto ciò. Guardate i miei lividi. Guardate questo taglio. Vedete il taglio che ho nel cuore? Lo vedete allargarsi proprio sotto i vostri occhi, lo vedete consumarmi? Non voglio più sperare. 10) Mi meraviglia sempre la forza degli esseri umani, che riescono ad alzarsi, seppure barcollando, persino quando fiumi di lacrime inondano i loro volti. Qual è la tua citazione preferita del libro? Dimmelo nei commenti! Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.