CHI E’ UN LETTORE? Leggere - Facile Marzo 2, 2016 ...e leggere Mi sono quasi sempre concentrata su quello che c’è “dietro” ai libri, su chi si occupa della loro creazione e pubblicazione, chi lavora per ottenere il prodotto finale. Vorrei però introdurre un altro attore fondamentale del processo di lettura, che ci riguarda molto più da vicino: sto parlando di noi, i lettori. Il lettore è fondamentale, oserei dire ancor più dello scrittore: se il primo non ci fosse, infatti, automaticamente sparirebbe e non potrebbe esistere nemmeno il secondo. Se io vendo fiori petalosi all’angolo della strada (scusate il paragone, ma dovevo per forza utilizzare “petaloso”!) e nessuno ha bisogno dei miei fiori e non gli interessa un bel niente averne uno con sé, allora la mia attività fallisce e non ha senso di esistere. Così importante, ma in realtà l’interesse “scientifico” per la fenomenologia della letteratura nasce un po’ in ritardo: come punto di riferimento possiamo considerare la pubblicazione di “Qu’est-ce que la littérature?” di Sartre. E’ qui che, per la prima volta, viene esplicitamente espresso il concetto sopra illustrato: senza lettori non c’è letteratura. Tra leggere e scrivere c’è un rapporto di interdipendenza inscindibile. Altre riflessioni importanti sono state portate alla luce da Robert Escarpit, i cui due libri più importanti sono “Sociologia della letteratura” e “La rivoluzione del libro”. Anche qui l’attenzione viene posta su quello che è considerato l’atto finale della creazione del testo, ovvero la lettura, e anch’egli sottolinea la necessità di un pubblico teorico in nome del quale vengono intraprese certe scelte piuttosto che altre. Un libro interessante per gli spunti che offre è certamente “Il mercato delle lettere” di Ferretti, dove vengono presentate statistiche e analisi riguardo il pubblico, ma con un preciso intento economico: l’interesse per la sociologia della lettura si intreccia radicalmente con quello per le politiche culturali e commerciali degli editori. Una distinzione importante da operare è quella tra pubblico e lettori: il primo termine è connotato economicamente e si riferisce a coloro che comprano, il secondo indica un insieme di individui che leggono. Per trovare una via di mezzo viene proposta l’espressione “comunità di lettori”. Alcuni utilizzano anche il termine “clientela”, che rimarca l’idea di mercato. Col tempo sono emerse due definizioni opposte di lettore: da una parte c’erano coloro che lo consideravano un’entità interna al testo, sprovvista di autonomia, il cui scopo principale era adempiere alle istruzioni dell’opera stessa; dall’altra quelli che lo consideravano un’entità libera, indipendente dagli intenti del testo, in grado di interpretarlo a suo piacere. In entrambi i casi, però, il lettore compare come qualcosa di astratto e virtuale. E’ quando si parla di pubblico che emerge invece un’identità non solo concreta, ma anche obiettiva ed esterna all’opera, portatrice di attese, presupposto necessario per la creazione di un libro. Negli ultimi anni, a rimarcare questa autonomia del lettore, ha fatto capolino il concetto di io-leggente: con questo termine ci riferiamo ad un individuo pensante che esercita razionalmente il suo diritto di valutare un testo. Il parere finale può essere critico o spontaneo, ragionato o frettoloso, analitico o sintetico… ciò che conta è che viene rivendicato il ruolo attivo, e non totalmente passivo, di chi legge. Un lettore deve dunque essere dotato non solo delle competenze base di lettura, quelle propriamente tecniche che tutti (chi più chi meno) imparano a scuola, ma anche di un gusto, più difficile da acquisire perché nessuno può insegnarlo, che si forma con l’esperienza, testo dopo testo. E’ una sensibilità insita in ciascuno di noi, che però deve trovare il modo di esprimere se stessa. E’ quella capacità di individuare il nucleo centrale dei valori etici e morali che il libro ci vuole trasmettere e di comprendere in quale misura questi siano più o meno coerenti a quello che per noi è il modello di comportamento umano più auspicabile. Teorie a parte, per rispondere alla domanda iniziale – chi è un lettore? – … beh, siamo noi. Noi siamo quelli che “è meglio se non entriamo su Amazon altrimenti gli stipendi si dimezzano in un colpo solo.” Noi siamo quelli che hanno un bisogno smodato di avere tra le mani qualche pagina da sfogliare, appena uscita da una tipografia o ingiallita dal tempo e recuperata in qualche mercatino dell’usato. Noi siamo quelli che entrano in libreria e ne escono con le borse colme di nuovi amici. Noi siamo quelli che “respirano” solo quando sanno di avere qualcosa da leggere accanto. Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.