Nelle strade della Boston dell’800 orribili omicidi cominciano a terrorizzare la città, mentre le forze dell’ordine dispiegano tutti i loro mezzi per venirne a capo e individuare il serial killer.

Dante aveva girovagato senza dimora, dovendo quasi chiedere in prestito l’inchiostro per scrivere. Quando si avvicinava alle porte di una città sconosciuta, non poteva certo fare a meno di ricordare che non avrebbe mai più varcato quelle di Firenze. Quando scorgeva le torri dei castelli feudali che coronavano le colline distanti, avvertiva quanto fossero prepotenti i forti, quanto succubi i deboli. Ogni fiume e ruscello gli rammentava l’Arno; ogni voce che udiva gli diceva, con il suo accento straniero, che era in esilio. Il suo poema non era altro che la ricerca di una casa.

Mentre gli omicidi imperversano, un gruppo di letterati si ritrova ogni settimana a Craigie House, nello studio del famoso poeta Longfellow per celebrare l’opera dantesca, lavorando assiduamente, nonostante le rimostranze di Harvard, alla traduzione dell’opera più importante del loro vate Dante: la Divina Commedia.

“Quale odio contro la razza umana! Quale esultanza e gaiezza davanti a sofferenze eterne e implacabili! Ci turiamo le narici mentre leggiamo; ci tappiamo gli orecchi. Qualcuno ha mai visto, tutti insieme, tanti lezzi, sudiciume, escrementi, sangue, corpi mutilati, urla strazianti, mitici mostri castigatori? Alla luce di tutto questo, non posso che considerarlo il libro più empio e immorale che sia mai stato scritto.”

Il burbero dottor Holmes, il romantico poeta Lowell, l’editore protettore dei suoi scrittori Fields, e l’anziano storico Greene, cinque gentiluomini amici che, nonostante le diverse peculiarità caratteriali e incomprensioni, nutrono l’un per l’altro un profondo affetto e un’indicibile stima.

“…ci immedesimiamo nel suo poema perché è la storia vera di un nostro simile, di un’anima tentata, purificata e infine trionfante; insegna il benevolo ministero del dolore. Quella dell’Alighieri è la prima nave ad essersi avventurata nel silenzioso mare della coscienza umana per trovare un nuovo mondo di poesia.”

Quando il poliziotto Nicholas Rey, individuato un indizio grazie ad alcune parole sussurrate in italiano da un sospettato che, dopo esser stato interrogato, terrorizzato, si getta dalla finestra, bussa alla loro porta, i dantisti realizzano che gli omicidi sono strettamente collegati al loro lavoro di traduzione del viaggio nell’aldilà di Dante.

“L’inferno di Dante fa parte tanto del nostro mondo quanto dell’oltretomba e non va evitato, bensì affrontato.”

Il giudice Healey, il sacerdote Talbot, l’uomo d’affari Phineas Jennison… tutti massacrati secondo quanto previsto dal contrappasso del loro peccato…

Il poeta ha il dovere di descrivere i momenti più difficili con la medesima onestà con cui descrive quelli lieti, perché talora si trova la luce solo fra le tenebre.

Larve e mosche che tormentano e si nutrono della carne degli ignavi, corpi capovolti in buche scavate nel terreno con i piedi in fiamme e le carni che si sciolgono, corpi mutilati e fatti a pezzi per coloro che si macchiano consapevolmente di scismi, assideramento in laghi ghiacciati per i traditori…

Tutti entriamo nella selva oscura due volte: verso la metà della nostra esistenza e di nuovo quando ricordiamo quel momento.

Una raccapricciante messinscena che riproduce in modo atrocemente fedele i versi danteschi tanto amati dal Circolo Dante.

Il dottore si rese conto che i fatti accaduti alla facoltà di medicina l’avevano sconvolto più di quanto gli fosse sembrato all’inizio. Non dipendeva soltanto dal disgusto per il corpo deformato e per la sua muta storia di terrore, e nemmeno dal fatto che qualcuno avesse ucciso con tanta brutalità. No… l’omicidio aveva qualcosa di familiare, di così familiare.

Grazie alla sua stessa illuminazione, il dottor Holmes con Longfellow, Fields e Lowell si rendono conto che, per la prima volta, non potranno rimanere dietro alle pagine dei loro amati libri, ma dovranno far ricorso a tutto il loro coraggio per scoprire l’assassino, prima che il loro Lucifero scelga un’altra vittima, macchiatasi del peccato più grave secondo Dante, ovvero il tradimento.

“…noi siam vecchi, compagni;

pur la vecchiezza anch’ella ha il pregio, ha il compito:

tutto chiude la Morte;

ma può qualche opera compiersi prima.

L’abisso geme e sussurra all’intorno le sue mille voci. Venite:

tardi non è per coloro che cercano un mondo novello.

Non siamo la forza più che nei giorni lontani

Moveva la terra ed il cielo: noi, siamo quello che siamo:

una tempra d’eroici cuori, sempre la stessa.

Provati dal tempo e dal fato, ma duri sempre

In lottare e cercare e trovare né cedere mai.”

In una corsa frenetica contro il tempo, con l’aiuto di Nicholas Rey, i letterati si riscopriranno capaci di atti di incredibile forza d’animo, per trovarsi infine faccia a faccia con la verità.

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