E io vi mostrerò qualcosa di diverso

Dall’ombra vostra che al mattino vi segue a lunghi passi,

o dall’ombra vostra che a sera incontro a voi si leva;

in una manciata di polvere vi mostrerò la paura.

(T.S. Eliot)

Sarah è ormai abituata ai viaggi di lavoro del marito Stephen, nonostante gli ultimi mesi siano stati scanditi da una fobia paralizzante che non le permette nemmeno di tornare fisicamente al lavoro.

Trascorre così le sue giornate, occupandosi del piccolo Harvey e lavorando ai manoscritti che la casa editrice le manda.

E poi, come un fulmine a ciel sereno, le era piombata addosso la paura. Era una fobia, senza corpo né volto, ma aveva una voce, e le sussurrava: fallirai. Un giorno o l’altro succederà, e allora addio al tuo castello di carte. Il tuo mondo si incrinerà. Sarà la tua apocalisse.

Una vita apparentemente normale, giornate simili che si susseguono una dopo l’altra, fino alla notte in cui, immersa nei suoi pensieri, Sarah sente un’automobile fermarsi nel vialetto di fronte a casa.

Il rumore familiare della Mercedes di Stephen, le luci dei fari che illuminano l’ingresso, il rumore dei passi di Stephen e della porta al piano inferiore che si apre, le chiavi che tintinnano sul comò in corridoio, perché Stephen si dimentica sempre di riporle nell’apposita ciotola, la luce del frigorifero che si riflette in tutta la cucina mentre qualcuno si prepara uno spuntino notturno…

Ma quelle gambe… quelle gambe non sono di Stephen.

Un uomo, vestito come Stephen e con le stesse identiche abitudini di Stephen, ma che non è Stephen.

“Il tempo a nostra disposizione è limitato, e sarebbe uno spreco trascorrerlo in compagnia della paura.”

Ha così inizio l’incubo di Sarah, che si trova a dover fronteggiare uno sconosciuto dalla faccia deformata dalle cicatrici e che pretende di essere trattato come se fosse suo marito.

In un tentativo disperato di cercare soccorso, Sarah nasconde il piccolo Harvey e salta giù dalla finestra, così lo sconosciuto è costretto ad allontanarsi, ma non per molto.

L’unica persona che però sembra credere alla storia della donna è il suo vecchio amico di infanzia, Mark, noto psichiatra, reduce da una tragedia e in bilico tra l’abisso e la volontà di riprendersi in mano la propria vita. Aiutare Sarah sembra ora l’unica vera motivazione per tornare ad essere l’uomo di un tempo, quindi insieme cominciano a ripercorrere i passi dello sconosciuto, tentando di comprendere ciò che veramente lo abbia spinto a rapire Stephen e a insidiarsi nelle loro vite.

L’ironia della vita: a volte è necessaria una disgrazia per capire che cosa conta davvero.

Ma più ricompongono tasselli della storia, più si rendono conto che la verità ha un prezzo e non sempre ciò che ci restituisce può salvarci, ma anzi a volte può distruggerci completamente.

Una distruzione seguita da una nuova esistenza in cui essere persone migliori e con migliori intenzioni, così sembra voler insegnare lo sconosciuto a Sarah e alla sua famiglia.

“Ogni giorno della nostra vita è un dono, ma solo in pochi ne sono consapevoli. La gente calpesta la felicità, perché non la vede.”

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