Recensione di Chiara Pibiri

 

Giuseppe Lorin, nel suo libro “Transtiberim. Trastevere, il mondo dell’oltretomba”, racconta i miti e le leggende che riguardano la zona chiamata Transtiberim. Gli eventi vengono narrati sia dal punto di vista storico, sia da quello mitologico.

 

La fama degli antichi Romani è quella di essere un popolo pragmatico e concreto, ma con un debole per il magico, l’occulto, il mistero e la superstizione. Anche se la magia, come la definisce Plinio una scienza temibile e perversa, era condannata dalla legge romana.

 

L’autore propone una rassegna dei monumenti più importanti dell’omonima zona, narrandone anche la relativa leggenda e le origini storiche. Sono citate, per esempio, Piazza Gioacchino Belli, Villa Pamphilj, Villa Vecchia, e molti altri.

Di ogni luogo Lorin ci racconta gli aneddoti e l’origine dell’onomastica, completando in questo modo il quadro descrittivo.

 

I fonemi Al bula lo identificavano come «ciò che dà vita» eppure, il nome si suppone sia nato per onomatopea dall’ascolto dello scorrere e dell’infrangersi delle acque sulle rocce e i sassi.

 

Nonostante ciò, tutte le leggende finiscono per convogliarsi verso quello che è il punto focale e il filo conduttore del saggio: la località oltre il Tevere, la sponda destra.

 

E dunque, a Roma, il Tevere era visto sia come ingresso temporaneo sia definitivo nel mondo dell’oltretomba: temporaneo, per l’anabasi, definitivo, per la catabasi.

 

Bibliografia

Giuseppe Lorin, laureato all’Università “La Sapienza” in Psicologia, è uno scrittore, un attore, un giornalista e un regista. Ha scritto vari romanzi storici come “Tra le argille del tempo”, “Roma i segreti degli antichi luoghi” e “Transtiberim. Trastevere, il mondo dell’oltretomba” pubblicato da Bibliotheka Edizioni nel 2018, così come il “DOSSIER Isabella Morra”, dedicato alla poetessa del XVI secolo, uccisa dai fratelli.

 

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata